Ascoli Picchio, la salvezza è una grande cosa!

I bianconeri restano in B grazie a un altro 0-0 contro l'Entella.

Mengoni

Mengoni

Ascoli, 31 maggio 2018 - Partiamo da una notizia. Guardatevi intorno. Qualcuno di voi, tifoso del'Ascoli o semplice appassionato, ha mai visto il Picchio "vincere" una finale? Ve lo diciamo noi. Se non avete più di ottant'anni, no. E allora potete dirlo, forte. Questa salvezza è una grande cosa. Arrivata nell'unico modo che, se sei ascolano, puoi concepire. Soffrendo. Facendoti mancare il respiro e a volte il battito del cuore. Aspettando che Agazzi tirasse fuori dalla pancia il pallone, lontano dalla Curva Sud, in quelle poche ma sempre indigeste mischie del finale. Soffrendo. Ringhiando. E' cosi che undicimila persone volevano prendersi un altro anno di serie B. E così hanno fatto. E' proprio questo il problema di fondo. Se sei dell'Ascoli, di asticelle da alzare, di presuntuose volontà di essere belli e bravi, di desolanti guerre intestine se si hanno diverse opinioni, di quello non si ha bisogno. Se uno sceglie di "portare l'Ascoli" non ha voglia di essere il migliore d'Italia. Vuole solo che chi indossa la maglia (o veste l'abito buono con lo stemma) parli di sofferenza, di grinta, di orgoglio. Quello che hanno mostrato, stasera, giocatori, allenatore e tifosi. E allora, questa salvezza è davvero una grande cosa. Arrivata con zero a zero in serie e l'ultimo gol, decisivo, di Tommaso Bianchi a Pescara. Fatevi due conti e osservate dove sarebbe l'Ascoli senza il gol di Bianchi. Già, proprio colui che non doveva neanche esserci, in questa squadra. Come Mengoni. Come Cosmi. Come Agazzi. Non dovevano esserci. E invece, per fortuna, ci sono stati. Pronti a regalare ad un popolo intero una "grande cosa".