
Il giudice amministrativo si esprimerà il 26 febbraio su quanto formalizzato dalle due società.
Si discuteranno entrambi il 26 febbraio, i due ricorsi intentati dalle società che hanno partecipato al bando di gestione della Bambinopoli. Una vicenda che rischia di trascinarsi per anni senza che l’area venga nuovamente affidata ad un privato, e quindi riqualificata e messa a disposizione della città. É noto che, ad aderire all’avviso scaduto il 13 febbraio, furono due società: la Papillon - poi posizionatasi prima in graduatoria - e la Alexandra. Ed è altrettanto noto come, a settembre, l’esito dell’avviso sia stato di ‘gara deserta’ "per assenza di proposte ammissibili". In determina, quindi, veniva ricostruita tutta l’istruttoria e spiegato il motivo per il quale la gara era andata deserta. "In esito alla trasmissione degli atti di gara – recitava l’atto - e alla positiva valutazione delle operazioni svolte dalla commissione, si è provveduto ad attivare le procedure per la verifica, nei confronti dei concorrenti posti in graduatoria, dell’assenza delle cause di esclusione e del possesso dei requisiti previsti dall’avviso". Tale procedura terminava in modo lapidario: "le verifiche nei confronti di entrambi i concorrenti – conclude la determina - hanno dato esito negativo". Tutto ciò accadeva il 13 settembre, e subito in Viale De Gasperi si pensava all’emanazione di un nuovo avviso per affidare al più presto la Bambinopoli. L’avvio di una seconda procedura avrebbe dovuto comunque attendere 60 giorni per dare modo alle società di presentare un eventuale ricorso. Ricorso che poi è stato puntualmente presentato al Tar Marche. La prima a depositarlo è stata la Papillon.
La società rappresentata dall’avvocato Massimo Ortenzi, come riportano gli atti comunali, chiede "l’annullamento della determinazione con la quale la gara è stata dichiarata ‘deserta’ e della relazione istruttoria concernente le risultanze della verifica dei requisiti dichiarati dai concorrenti in graduatoria, nonché di tutti gli atti presupposti, conseguenti e comunque connessi". A seguire, mette in chiaro l’atto di costituzione del comune, Alexandra ha chiesto l’annullamento dell’atto con cui è stata esclusa dalla gara, ma anche dei verbali della gara stessa "con particolare riferimento a quello di ammissione dell’altro partecipante alla procedura di gara". Infine la società, difesa dall’avvocato Sabrina Zappasodi, chiede che "previo accertamento della sua effettiva possibilità di conseguire l’ammissione e l’aggiudicazione nonché eventualmente conferma dell’esclusione dell’altro concorrente, il comune di San Benedetto del Tronto venga condannato a stipulare l’atto per l’affidamento della concessione secondo l’offerta presentata dalla ricorrente". Vale la pena ricordare che il bando in questione, pubblicato a fine dicembre 2023, prevede un affidamento per 10 anni, a fronte di un canone annuo di 13.165,50 euro.
Giuseppe Di Marco