"Bollette triplicate, rischiamo di chiudere"

Luana Ferrari, titolare di Fish&Co: "Dobbiamo protestare". Per PdA Shopping Center 46 attività cessate di recente

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Non sempre, in passato, la parola ‘crisi’ è stata usata opportunamente. Da qualche tempo a questa parte, però, non è più così. L’aumento vertiginoso delle bollette sta dando filo da torcere agli imprenditori. Per il presidente dell’associazione PdA Shopping Center, nello specifico, sarebbero 46 le attività cessate nell’ultimo periodo. E molti altri potrebbero chiudere entro dicembre. È questo ad esempio il pensiero di Luana Ferrari, titolare di Fish&Co. Il mercato del surgelato, che ha visto la bolletta della luce triplicarsi nell’arco di 12 mesi. "Sono passata da circa 2.300 dell’agosto 2021 a 6.200 euro di un mese fa – dice l’esercente - Se non avessi risparmiato avrei avuto una bolletta compresa fra 7.800 e 8.000 euro. La situazione è insostenibile e nel frattempo leggo che Eni capitalizza il 700% di utile. Un utile che però non viene riversato nell’economia reale sotto forma di sostegni. Adesso basta: dobbiamo manifestare contro quello che ci sta succedendo, l’alternativa è subire passivamente le scelte politiche nazionali, arrendersi e chiudere i battenti". L’imprenditrice, per mantenere in vita la propria attività, ha messo in cassa integrazione l’unica dipendente che aveva, ed è costretta a lavorare da sola dal 15 luglio. "Non ce la faccio più, se continua così dovrò chiudere – continua Ferrari – ma non sopporto l’idea di dover mollare per una crisi di cui non sono, o meglio non siamo, responsabili". A condividere il problema è un’ampia platea di negozianti: "Fino a poco tempo fa pagavo 700 euro ogni due mesi – commenta Pierluigi Cappelli, storico tabaccaio di via Laureati – ma l’ultima bolletta è stata di 1.178 euro. Se continua così, in un anno dovrò tirare fuori qualcosa come 14mila euro". Anche in questo caso, la presenza di dipendenti pone nuovi interrogativi. "Uno dei miei si sposta quotidianamente e ha deciso di fare un turno unico, perché non gli conviene – commenta il commerciante – ma non finisce qui: chi ora ha preso soldi in prestito, magari accendendo mutui, ha dovuto subire un innalzamento micidiale dei tassi d’interesse". Per la categoria risulta fondamentale coinvolgere le istituzioni locali. "Vedo che ultimamente il sindaco ha inaugurato la nuova sede dell’Eurospin a Porto d’Ascoli – commenta Davide Portelli – invece di rallegrarsi per l’aumento dei posti di lavoro, dovrebbe pensare alle decine di famiglie che ora hanno un futuro incerto a causa della congiuntura economica. La verità è che la maggior parte di noi soffre, e non sente la vicinanza e il supporto delle autorità locali, in una crisi che è cominciata già dai tempi della pandemia e a cui non è stato posto un freno".

Giuseppe Di Marco