Cabaret Amore Mio, nuove strade per ridere

Buona la prima a Grottammare, con linguaggi giovani e temi di grande attualità come l’inclusione, l’immigrazione, il lavoro, il sesso

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La prima delle due serate della XXXVII edizione del Cabaret "Amoremio!" di Grottammare ha evidenziato il tentativo degli organizzatori, Comune, Amat, Lido degli Aranci, di imboccare nuove strade, percorsi e linguaggi giovani, capace di affrontare temi di grande attualità come l’inclusione, l’immigrazione, il lavoro, il sesso. Non è andata male. I concorrenti sono stati all’altezza della situazione, gli ospiti: Adel e Daniele Gattano hanno divertito ironizzando sulle rispettive scelte di vita, Nduccio, presidente di giuria, con brevi incursioni è stato chiamato in causa a riempire qualche momento calante. Uno spettacolo con palco volutamente stile stand up comedian ed un numero elevato di spettatori per il ritorno del cabaret a pagamento dopo la pandemia. La serata si è aperta con la proiezione del video del 1940 in cui Charlie Chaplin, nel "Grande dittatore", parodia satirica di una dittatura, recita un memorabile discorso all’Umanità. Una bella trovata, ma poi andava meglio cucito al tema della serata per facilitarne la lettura.

Stefano Vigilante si è speso in veste di presentatore, insieme a Barbara Foria, di autore e di direttore artistico, abbandonando completamente la sua arte migliore, quella di comico. Qualche pillola comica, se non un pezzo intero, ci sarebbe stato bene. L’arancia d’oro è stata assegnata a Valerio Lundini, che ha divertito il pubblico con il suo stile inconfondibile. Anche lui facendo leva ed ironizzando sulla sua condizione di vita che è stato un po’ il filo conduttore di tutti gli ospiti. Battute ironiche sui premi alla carriera ricevuti, ma poi quando ha ascoltato la motivazione ha gradito molto: "per aver segnato con il proprio linguaggio comico, surreale e geniale, le recenti stagioni televisive, dove la cifra di un apparente non-sense è la chiave più intelligente per smontare con autoironia la comunicazione ufficiale satura di parole, in cui ogni discorso, anche il più illuminato, diventa subito pretesto spettacolare e chiacchiera vacua". I concorrenti sono stati sei e se la sono cavata discretamente tutti. La prima è stata Silvia Prescilla, che si è calata nel mondo delle fiabe, seguita poi da Francesco Porcu che ha descritto il mondo dei ragazzi di oggi, poi Mauro Lazzarin, Daniela Corte, Alessandro Bisonni e alla fine Vincenzo Emmanuello, muratore emigrato in Svizzera che si è presentato sul palco in "divisa" da manovale con tanto di cazzuola in mano. Ha strappato risate a raffica, ma di solito il giudizio delle giurie non combacia con il gradimento del pubblico. Staremo a vedere.

Marcello Iezzi