Il bar ‘Buozzi’ diventerà un ristorante? È quanto si sono chiesti i consiglieri di minoranza riuniti nella commissione lavori pubblici e urbanistica, convocata per approvare la variazione planivolumetrica del ‘Buozzi’ e del ‘Niwa’. Variazione che era stata discussa la scorsa settimana, ma rimandata dietro richiesta di Pasqualino Piunti per studiare più approfonditamente la questione. Il punto è che con l’elaborato illustrato ieri sera, la cucina potrebbe passare da 13 a 18 metri quadrati. "Chi lo prenderà in gestione potrà aprirvi un ristorante – ha messo in chiaro Giorgio De Vecchis –. Credo che il Consiglio comunale dovrebbe interrogarsi su ciò".
In base al computo metrico, l’importo complessivo è di 135mila euro, di cui circa 82mila euro di lavori e 33mila per opere edili. Per il ‘Buozzi’ si è pensato ad una platea di calcestruzzo, con una struttura portante in legno X-Lam (lamellare) con uno spessore di circa 10 centimetri. Il rivestimento interno in ceramica sarebbe dotato anche di un cappotto esterno e vetrate termoacustiche: secondo gli uffici sarebbe questa la soluzione più idonea dal punto di vista ambientale, dato che ne verrebbe fuori una struttura leggera da 28,3 metri quadri con tutti i requisiti di isolamento termico ed acustico. Nel progetto non sono stati computati gli arredi. La pergotenda è stata realizzata dal vecchio concessionario e quindi non farà parte della procedura di affidamento. Insomma, uno sviluppo particolare rispetto all’indirizzo che in origine era stato dato all’iniziativa. Il comune infatti aveva predisposto l’adeguamento igienico-sanitario dei due immobili adibiti alla somministrazione di alimenti e bevande, che devono usare spazi esterni autorizzati stagionalmente, per prevedere zone di deposito, dispense e servizi igienici.
La progettazione prevede ampliamenti al lato ovest e vista la presenza di un’area tutelata si è valutato di non superare il 5% della superficie coperta rispetto all’area complessiva, per minimizzare l’impatto delle costruzioni. Per arrivare all’approvazione sarà necessario ratificare il planivolumetrico in consiglio comunale, dopodiché si potrà predisporre il bando per l’assegnazione della concessione, e quindi affidarlo. L’obiettivo è fare in modo che, con la variazione planivolumetrica, i due locali possano restare aperti tutto l’anno. "Perché gli uffici non approvano il progetto di riqualificazione dell’immobile? – ha chiesto Annalisa Marchegiani –. Non capisco l’idea di dare libertà al privato di adeguare il bene pubblico".
Giuseppe Di Marco