
Le aule dei tribunali quotidianamente si occupano di vicende di prevaricazione nei confronti delle. donne. Per lo più si tratta di episodi che avvengono all’interno del nucleo familiare
Nella giornata dedicata alla lotta contro lo spregevole fenomeno della violenza delle donne è opportuno sottolineare che, purtroppo, le aule dei tribunali quotidianamente si occupano di vicende di prevaricazione nei loro confronti. La cosa più avvilente è che per lo più si tratta di episodi che avvengono all’interno del nucleo familiare, anche coinvolgendo i figli, talvolta costretti loro malgrado ad assistere a episodi di papà che umiliano, minacciano e picchiano la loro mamma. Davanti al tribunale di Teramo giusto ieri si è svolta un’udienza riguardante un marito e sua moglie. La Procura ha chiesto la condanna a 8 mesi nei confronti di un abruzzese 68enne accusato di aver picchiato la consorte, una donna ascolana. I fatti oggetto del processo risalgono al periodo fra la fine del 2020 e l’estate del 2021. Un lasso di tempo in cui i rapporti interni alla coppia si sono fortemente deteriorati e l’uomo avrebbe preso a offendere, minacciare e picchiare la consorte. A seguito di un banale litigio, l’avrebbe colpita con schiaffi sul corpo procurandole ematomi diffusi sulle braccia e sulle gambe. Una lite avvenuta ad Ascoli prima di Natale 2020 quando l’uomo avrebbe usato violenza fisica nei confronti della donna strattonandola e picchiandola.
Stessa cosa la moglie ha riferito in denuncia è accaduta nei mesi successivi in altre due circostanze, una delle quali nella loro abitazione in un comune del vicino Abruzzo, quando l’avrebbe colpita procurandole un ematoma sul dorso della mano e mandando in frantumi il cellulare. Episodi violenti accompagnati da frase oltremodo offensive nei confronti della moglie. "Puttana, zoccola", e giù schiaffi e pugni tanto da procurargli la tumefazione dell’occhio destro e della mandibola, facendole saltare un dente così come avvenuto a luglio 2021 presso la loro abitazione abruzzese; la minacciava che avrebbe procurato una paralisi, in modo da poter comunque godere dei suoi beni patrimoniali. Una serie di comportamenti che hanno infine spinto la donna ascolana a denunciarlo e a costituirsi parte civile, assistita dall’avvocato Mauro Gionni. L’uomo, difeso dall’avvocato Florindo Tribotti, è accusato di percosse e minacce con l’aggravante di aver commesso il fatto con abuso di relazioni domestiche e minaccia grave. L’imputato è per altro gravato da recidiva infraquinquennale.
Peppe Ercoli