La tragedia di Jacopo Bachetti. Guardrail e velocità, periti in aula

Il processo con rito abbreviato a carico di Maurizio Belloni, accusato di omicidio stradale, si avvia alla conclusione. Il perito del giudice ha analizzato la dinamica dell'incidente, evidenziando controversie sul guardrail e la velocità.

La tragedia di Jacopo Bachetti. Guardrail e velocità, periti in aula

La tragedia di Jacopo Bachetti. Guardrail e velocità, periti in aula

Si avvia alla conclusione il processo con rito abbreviato a carico di Maurizio Belloni, il giovane accusato di omicidio stradale e lesioni gravi per aver causato, mentre era in uno stato psicofisico alterato dall’assunzione di alcol e cocaina, l’incidente stradale nel quale il 14 novembre del 2020 morì l’ascolano Jacopo Bachetti. Nell’udienza di ieri è stato sentito di nuovo il perito nominato dal giudice delle udienze preliminari Barbara Caponetti su richiesta del pubblico ministero Cinzia Piccioni. Lo stato dei luoghi è stato analizzato approfonditamente dai due periti, con qualche distinguo delle rispettive posizioni. Ricordiamo che, secondo il rapporto della polizia giudiziaria, l’Audi TT Roadstar cabrio a trazione anteriore guidata da Belloni, con a bordo Bachetti, superò una Polo dove c’erano altri amici reduci da una serata; nell’affrontare la curva immediatamente successiva, l’Audi uscì di strada, sbattendo contro un cassonetto dell’immondizia. Sfondò quindi il guardrail, precipitando nella scarpata per 25 metri (17 mt di dislivello) ribaltandosi: gli occupanti furono sbalzati fuori dall’auto, la cui cappotta era stata aperta poco prima, durante la marcia. Secondo questa ricostruzione, nessuno indossava la cintura di sicurezza. Per il perito della difesa, sentito lo scorso settembre, in quel tratto di strada il guardrail era mal posizionato poiché non seguiva alla perfezione la traiettoria della curva ed era anzi stato posto addirittura in maniera quasi perpendicolare rispetto alla direzione di marcia dell’Audi; il guardrail non aveva inoltre i requisiti di tenuta e assorbimento dell’energia cinetica richiesta in relazione al limite di velocità che in quel tratto era di 50 km/h. Il perito del giudice ha detto ieri che in condizioni di fondo stradale bagnato, com’era quella sera, viaggiando ad una velocità superiore ai 38 chilometri orari l’auto sarebbe andata fuori strada; in condizioni di asciutto la velocità per rimanere in strada doveva essere inferiore a 50 chilometri orari. "In quel tratto il limite è di 50 km/h orari, per cui, anche rispettando il limite indicato, un’auto andrebbe fuori strada". Il perito del gup ha anche aggiunto che il guardrail era adeguato a quella strada provinciale, ma per la difesa di Belloni, in parto alla curva, pur rispettando i limiti di velocità, quel guardrail non trattiene la vettura. "Il limite doveva essere di 30 km/h e non 50 km/h" conclude l’avvocato Gabrielli. Peppe Ercoli