"Siamo costretti a ribadire ancora una volta che non c’è stato nessun taglio dell’acqua, né per i ricoverati nei reparti ospedalieri, né per gli ospiti delle Rsa". L’Azienda sanitaria territoriale di Ascoli ha smentito nei giorni scorsi le dichiarazioni di Cgil, Cisl, Ugl salute, Fials e Nursing Up relative a un razionamento dell’acqua che questa volta viene riferito a discapito degli ospiti della Rsa di Ripatransone. Le stesse sigle sindacali hanno però ieri rilanciato ricordando che l’Ast di Ascoli, con nota del 16 gennaio , letteralmente sanciva: "Su disposizione della direzione amministrativa si ricorda che l’acqua minerale in bottiglia nelle unità operative è legata all’esclusivo impiego nella diluizione di farmaci, preparazione di latti, integratori alimentari e solo per scopi legati alle terapie, non per uso personale dei dipendenti. Stante quanto sopra si dispone, a partire da subito, che vengano sospese tutte le forniture di bottiglie d’acqua da lt.0,5 e da lt 1,5. Le coordinatrici potranno inoltrare alla direzione sanitaria motivata richiesta con i quantitativi presunti giornalieri di utilizzo acqua minerale legato a scopo sanitario".
"Se questo non è razionamento, cos’è?" affermano i sindacati della sanità, mentre l’Ast ribadisce che "ai pazienti non è mai mancata l’acqua". Relativamente alla regolare fruizione delle ferie estive, tutte le organizzazioni sindacali, nella riunione tenutasi con la direzione dell’Ast il 28 agosto, hanno dato atto che tale obiettivo è stato conseguito, ma hanno tenuto a precisare che lo stesso "è stato raggiunto imponendo grossi sacrifici ad una parte del personale dipendente. Se si pensa poi che circa 1200 dipendenti devono ancora percepire, a decorrere dal 21 maggio, compensi per i tempi di vestizione, per un ammontare medio complessivo superiore a 7.000 euro cadauno, nonché ad una parte dello stesso personale non sono stati ancora pagate le progressioni economiche orizzontali a decorrere dal 2022 e ad altra parte a decorrere dal 2023. Per cui si può ben comprendere quale sia la condizione ambientale nei singoli posti di lavoro". Sul tema stabilizzazioni interviene anche l’Usb sostenendo che "i numeri dichiarati non corrispondono al vero dato che il piano stabilizzazioni recita 147 stabilizzazioni comparto, meno 3 unità rispetto al precedente. Ci sono ancora precari con oltre 4 anni di anzianità".