Nelle ultime 24 ore, a San Benedetto, il tema della vendita delle palazzine Santarelli è diventato uno degli argomenti più discussi. Le prospettive sul futuro dell’area interessata hanno riacceso il dibattito pubblico, alimentato da anni di immobilismo e ipotesi di un futuro rimasto, fino a ieri, sempre in sospeso. Tra queste quella di destinare una parte delle strutture a un utilizzo scolastico o accademico.
Nei mesi scorsi si era infatti parlato della possibilità di ospitare un Polo universitario di ricerca legato sia all’Università Politecnica delle Marche sia all’Università di Camerino, un progetto che risponderebbe perfettamente alle vocazioni previste per l’area, soprattutto in ottica di attività legate al settore marittimo, cruciale per l’economia locale. Una soluzione che, ancora oggi, sarebbe percorribile.
Durante la conferenza stampa tenutasi venerdì scorso, i nuovi proprietari delle palazzine – i fratelli Stefano e Simone Panichi insieme a Cinzia Felici – hanno anticipato che nei prossimi mesi si avranno maggiori dettagli sui progetti futuri. Sebbene l’obiettivo principale sia mantenere una vocazione turistico-ricettiva, i proprietari hanno espresso la volontà di realizzare una realtà mista, capace di rispondere a diverse esigenze del territorio. E non potrebbe dunque essere esclusa la possibilità di un polo di ricerca universitario.
Uno sguardo al passato ricorda inoltre come la destinazione scolastica dell’area fosse già stata presa in considerazione alla fine degli anni ’90, quando la Provincia di Ascoli aveva avviato trattative con l’allora proprietà per mettere le strutture a disposizione degli istituti superiori della zona. "Gli istituti superiori vivevano spesso difficoltà legate agli spazi – ricorda Ubaldo Maroni, all’epoca assessore provinciale all’edilizia scolastica. – Valutammo la possibilità di utilizzare quella struttura, effettuando anche sopralluoghi. Tuttavia, il progetto non andò in porto". Oggi il dibattito si riaccende.
Emidio Lattanzi