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Porto, il Comune boccia la vasca

Sul progetto dell’Autorità portuale: "Si presenta come una variante quando doveva essere un adeguamento"

Il progetto dell’Autorità Portuale sull’ampliamento della vasca di colmata

Il progetto dell’Autorità Portuale sull’ampliamento della vasca di colmata

Adeguamento o ampliamento? Nuova cassa di colmata o terzo braccio del porto? Sono queste le domande che oggi attanagliano l’amministrazione comunale, alle prese con un progetto, quello dell’Autorità Portuale sull’ampliamento della vasca, che diverge dalle necessità precedentemente esplicitate dal comune. Progetto riguardo al quale sono già state inviate delle osservazioni, ma la vicenda potrebbe evolvere, come hanno spiegato il sindaco Antonio Spazzafumo, il consigliere Umberto Pasquali, il dirigente Giorgio Giantomassi e l’ingegner Giuseppe Fiscaletti, anche con un ricorso. "A fine settembre – ha spiegato Fiscaletti - ricevemmo una nota del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, un invito ad ascoltare in audizione il trattamento dell’approvazione dell’adeguamento tecnico funzionale della cassa di colmata. Ne fummo allarmati perché dell’ampliamento non si era mai discusso, pertanto reperimmo l’intera documentazione, dopodiché contattammo l’Autorità di Sistema Portuale perché alcuni aspetti non tornavano dal punto di vista tecnico.

Secondo noi il tutto si presentava come una variante al piano del porto, un’opera da 30 milioni di euro, quando avrebbe dovuto essere un semplice adeguamento. Nel caso di una variante occorrerebbero delle verifiche ambientali. Dai documenti sono emerse delle note del 2020 che hanno messo in evidenza come sia stato intrapreso un adeguamento per l’ampliamento. Tale ampliamento servirà a contenere il materiale dei dragaggi all’imbocco del porto sambenedettese, ma potrebbe ospitare anche altri fanghi, come quelli di Falconara. Come abbiamo osservato, il nostro porto va considerato parte della città. La nuova vasca non avrebbe le caratteristiche di una banchina, con l’ampliamento si rischia di fare un’opera inutilizzabile. La vasca non ha le sembianze di una zona portuale transitabile. Si tratterebbe di una piattaforma da 60mila metri quadri: un contenitore con un frangiflutto. Quindi abbiamo inviato all’Autorità le nostre osservazioni e qualora si dovesse andare avanti potremmo presentare ricorso". Fiscaletti, dal canto suo, ha evidenziato che se il terzo braccio non si dovesse fare, con questo progetto a San Benedetto rimarrebbe una penisola di stoccaggio delle sabbie. Noi ci opporremo, utilizzando qualsiasi formula disponibile affinché l’Autorità riveda il progetto".

Giuseppe Di Marco