REDAZIONE ASCOLI

ProMarche, al via il secondo round

La cooperativa ha presentato ricorso al Consiglio di Stato dopo il ’no’ già comunicato dal Tar

L’amministratore delegato della società ProMarche, Oreste Acquilone

L’amministratore delegato della società ProMarche, Oreste Acquilone

Variante ProMarche, tutto pronto per il secondo round in Consiglio di Stato. La cooperativa ha deciso di presentare ricorso presso l’organo di rilievo costituzionale, facendo capire a Viale De Gasperi che la questione potrebbe non finire tanto presto. Va rammentato che l’azienda aveva presentato ricorso al Tar Marche per l’annullamento della delibera con cui il consiglio comunale aveva rigettato la proposta di variante. Proposta che prevedeva la realizzazione di un impianto di stoccaggio a bassa temperatura per prodotti ortofrutticoli in via Pomezia. Secondo ProMarche, non erano state fornite motivazioni puntuali alla base del rigetto. Il 3 settembre, pertanto, il consiglio si riuniva nuovamente per definire una volta per tutte i suddetti motivi e il Tar Marche, il 28 settembre, dichiarava il ricorso "improcedibile per sopravvenuto difetto d’interesse". A pochi giorni dalla sentenza, la cooperativa esprime soddisfazione "per la tempestività della decisione e la possibilità che, questa, di mero contenuto processuale, offre all’azienda di proseguire il giudizio a difesa del progetto e dei pareri resi dalle autorità amministrative in conferenza di servizi, in riferimento al nuovo atto di medesimo contenuto assunto dal consiglio comunale". La sentenza, continua ProMarche, offre la possibilità di ottenere un riesame nel merito del progetto.

Un elaborato al quale, occorre ricordarlo, è stato riconosciuto un finanziamento Pnrr di 7.485.894 euro, su un investimento complessivo di 18.714.735. La variante è stata bocciata nel consiglio del 15 giugno, nonostante l’esito positivo della conferenza dei servizi. La vicenda, quindi, potrebbe conoscere ulteriori sviluppi. Scrive ancora la cooperativa: "L’atteggiamento adottato sulla vicenda dall’amministrazione comunale, ad avviso dell’azienda e delle maestranze, non corrisponde all’interesse pubblico che dovrebbe condurre le scelte sulle attività produttive del comune. Naturalmente non possiamo nascondere che l’accaduto avrà inevitabili ripercussioni sulla possibilità di percepire il rilevantissimo contributo che ci è stato riconosciuto con fondi del Pnrr e, temiamo ricadute sul piano occupazionale". Alcuni giorni fa, peraltro, Umberto Pasquali ha fatto capire che se la maggioranza decidesse di tornare sull’argomento, si potrebbero aprire spiragli per una riconciliazione.

Giuseppe Di Marco