Comunali 2019 Ascoli, incontro acceso tra il Coordinamento antidegrado e i candidati

Decoro urbano, sanità e ricostruzione i temi dibattuti nel confronto tra Pietro Frenquellucci, Massimo Tamburri, Marco Fioravanti ed Emidio Nardini

Incontro alla Rinascita

Incontro alla Rinascita

Ascoli, 4 aprile 2019 - Si è aperto con tre temi caldi il convegno organizzato dal 'Coordinamento antidegrado per Ascoli', che ieri ha accolto i candidati alla carica di sindaco nella sala conferenze della libreria Rinascita per discutere in merito a sanità, degrado urbano e ricostruzione post sisma. A raccogliere l'invito sono stati Massimo Tamburri per il Movimento 5 Stelle, Pietro Frenquellucci per la coalizione di centrosinistra, Emidio Nardini di 'Ascolto e Partecipazione' e Marco Fioravanti per il centrodestra, che hanno risposto in merito ai temi avanzati dal portavoce del Coordinamento, Nazareno Galanti: «I cittadini non smettono di chiedersi come sarà l'Ascoli domani – ha affermato -. Siamo qui per conoscere le idee dei candidati, per capire se ci sono programmi chiari e cosa si prospetta per la nostra città».

Il focus sul decoro urbano, ovviamente, è stato posto in rilievo, soprattutto perché, come ha asserito Galanti: «Il Coordinamento, composto da tante associazioni, ormai da anni richiede l'istituzione di un commissario al degrado, che si occupi del problema con mansioni specifiche. Ascoli è una città dalle grandi potenzialità, ma molto carente dal punto di vista della manutenzione». Su questo punto, tutti i candidati hanno dato un parere positivo. «Ascoli è una città che si spopola – ha detto Nardini - il degrado più profondo, però, è quello culturale. Finora c'è stata poca attenzione al 'bene comune', punto di partenza per realizzare un emancipazione umana, civile e quindi economica». Positivo anche il pensiero di Frenquellucci: «Non c'è nessuno ostacolo su questo – ha detto – ma non lo chiamerei commissario, termine che rende l'idea di una resa nei riguardi del fenomeno. Serve un referente forte che si occupi del problema». Propositivo anche Fioravanti, che condivide l'idea di «delegare a un consigliere o a un assessore il compito di vigilare sul decoro urbano, che riguarda tutti i settori dell'Amministrazione», così come Tamburri, che ha sottolineato la necessità di «cambiamenti drastici» per far ripartire «la provincia più sfortunata delle Marche».

Caldissima la questione relativa alla sanità, a partire dalla proposta dell'ospedale unico, fortemente avversata da Tamburri, che non la reputa accettabile perché «non ha alla base un progetto serio, mentre il Mazzoni va difeso e rilanciato», e da Fioravanti che è stato chiaro sulla questione: «Se Ascoli perde il suo ospedale – ha asserito - non può guardare al futuro. Non serve cemento per migliorare la sanità». Frenquellucci ha invece avanzato la proposta di un terzo ospedale: «Una struttura con alti livelli di prestazione che sgravi le due realtà di Ascoli e di San Benedetto dalle problematiche più complesse, non sostituendosi ad esse». Diverso il pensiero di Nardini, che reputa «il Mazzoni un ente umano e sanitario da difendere, ma bisogna capire quali sono le prospettive. La priorità è una: che la sanità mantenga il suo buon livello».

Per quanto riguarda il post-sisma, invece, i 4 candidati si sono trovati concordi nell'affermare che bisogna guardare alla ricostruzione come a una grande occasione per ripensare il territorio e il centro storico, coinvolgendo la cittadinanza, creando nuove opportunità di  lavoro ed evitando rischi di corruzione. «Bisogna impostare un percorso che possa far crescere la città, sull'esempio di quanto fatto a Matera», ha detto Tamburri, mentre Fioravanti crede sia necessario «velocizzare anche il rapporto con l'ufficio speciale per la ricostruzione e derogare legge della concorrenza europea per evitare infiltrazioni ed incentivare le ditte locali». Franquellucci punta invece alla coesione: «Non è un problema che può essere risolto da un solo uomo al comando - ha detto - ma che deve riguardare complessivamente tutta la città e tutto il territorio. Ci deve essere una visione complessiva, che guardi al futuro dei prossimi 15 – 20 anni», mentre Nardini ribadisce l'importanza dell'ascolto dei cittadini: «La ricostruzione deve prevedere l'accordo e la partecipazione degli abitanti».