Il dialetto, un patrimonio da difendere

La lettera

Bologna, 25 gennaio 2018 - Leggo che si anela alla salvaguardia del dialetto romagnolo, ormai in disuso e anch’io mi unisco al coro.Tuttavia mi sembra che le scuole, le iniziative pubbliche o certi metodi proposti negli ultimi anni non colgano bene il senso del fenomeno. I dialetti esprimono il recupero della spontaneità che viene fagocitata dalle lingue istituite e vocabolarizzate. Vanni Landi, Forlì

risponde Beppe Boni, vicedirettore de Il Resto del Carlino

Conservare i dialetti significa tutelare tradizione e anima popolare. Il dialetto è una splendida forma di federalismo folcloristico che unisce antichi idiomi e abitudini orali di regioni, paesi, quartieri. Dietro una frase o una parola dialettale c’è sempre un pizzico di saggezza della gente che si tramanda con la tradizione orale. Farne una materia didattica per le scuole è una operazione un po’ azzardata, nonostante ciò il dialetto va valorizzato e tramandato. Le strade per poterlo fare non mancano. Esistono bravissime compagnie teatrali che recitano in dialetto. Vanno aiutate, incentivate proposte anche ai giovani. La pubblica amministrazione, gli enti pubblici, le associazioni hanno i mezzi per poterlo fare. E le giovani generazioni vanno coinvolte. Possono essere fra i guardiani di un patrimonio culturale inestimabile da difendere e da non disperdere.  beppe.boni@ilcarlino.net

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