Tasse, le speranze del ceto medio

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 25 maggio 2019 - Ceto medio: ma chi sono? E’ presto detto: quei piccoli e medi lavoratori autonomi disposti a lavorare 15 ore al giorno per elevare il tenore di vita. Negli ultimi lustri sono stati presi di mira dai governi con l’arma delle tasse. Insomma, dopo 65 anni di lavoro, mi sono chiesto che reato avevo commesso per ritrovarmi così: pagato tutto e tutti e a me un’elemosina di rappresentanza...

Marco Schincaglia, Bologna

 

Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

«Abbiamo bisogno di una riforma del sistema fiscale soprattutto per allentare il peso sulle famiglie del ceto medio», così ha detto il ministro dell’Economia Tria, da Washington durante i lavori del Fondo monetario internazionale insieme al governatore di Bankitalia Visco. I conti pubblici sono stati messi a dura prova con provvedimenti come il reddito di cittadinanza e quota cento. Eppure dopo 40 e passa anni serve un approccio più ampio verso il sistema fiscale nel suo complesso. Lo stesso vicepremier Di Maio in più di una occasione ha sottolineato che la flat tax deve essere applicata al ceto medio più che alla fascia ricca della popolazione. Ovvio che ci vogliono le coperture, ma sarebbe davvero una rivoluzione culturale dopo decenni recuperare un equilibrio fiscale soprattutto per quella fascia di artigiani e piccoli imprenditori che a volte, è vero, evadono le tasse ma dal sistema in vigore sono massacrati. Se il governo riuscirà a trovare la quadra, come diceva Umberto Bossi, avrà fatto centro.

beppe.boni@ilcarlino.net

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