Bob Messini stasera a Bologna con Tutto qui

L’arte di dire tutto in microstorie in piazza Carducci

Bob Messini stasera a Bologna in piazza Carducci

Bob Messini stasera a Bologna in piazza Carducci

Bologna, 22 giugno 2022 - Bob Messini non è tipo da mezze misure. Tra il tanto e il poco, sceglie l’infinitamente piccolo. Eppure è un attore, un pianista e un compositore di prim’ordine: Gaber e Jannacci i grandi maestri. Bologna l’ha conosciuto tanto tempo fa all’epoca del Trioreno, che Antonio Ricci portò nel Drive in televisivo. Poi ha continuato a seguirlo al cinema: quattro film con Pupi Avati, tre con Virzì, due con Sergio Rubini, uno con la Comencini e uno con la Archibugi la dicono lunga sulla qualità di interprete. E ancora le scorribande radiofoniche. E naturalmente i suoi show musicali (questa sera alle 21,30 in piazza Carducci presenta ’Tutto qui’ con ingresso gratuito) in punta di piedi, perché con tutto il pudore sa essere folgorante, ironico, acuto, divertente, surreale. Un filosofo che si vergogna di esserlo e un improvvisatore malinconico che colpisce nel segno. La frase sul profilo whatsapp è rivelatrice: 'Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla, sii gentile sempre’.

Ha così tanta paura di disturbare?

"La verità è che un timido fa sempre fatica a mettersi in gioco. E’ la mia natura: mi piace stare con gli amici ma soltanto quelli giusti. Sto molto in casa e va bene così. Uscire per tirare mattina e fare delle chiacchiere uguali a se stesse finisce per annoiarmi. Non bevo, non fumo, canne nemmeno a parlarne: dopo un po’, in compagnia rischio di sentirmi solo".

Nell’album racconta un eterno indeciso che declina i verbi al condizionale: è lei, vero?

"Sono irrisolto, disordinato, involuto. Per di più molto pigro. Con una bassa autostima: diciamo che mi manca la fiducia di base".

Inguaribile?

"Forse no. Sto cercando di chiudere il cerchio delle tante cose lasciate in sospeso nella mia vita. Il disco ne è una prova".

Parliamone.

"Sono 21 brani. Riflessioni veloci, momenti fissati sulle note del pianoforte ad alta voce. Beh, è più giusto dire a bassa voce".

C’è una canzone che dura 36 secondi, un’altra 39. Non avrà esagerato?

(risata) "La sintesi paga e a me non piace sbrodolare. Viviamo la frenesia di un tempo fluido che contagia tutti, adulti e ragazzi: posto i video delle canzoni su Instagram e mi adeguo al tempo limite di un minuto. Ho fatto l’insegnante a scuola e sono consapevole che oggi la curva dell’attenzione è bassissima".

Ha trasformato il limite in un pregio: insisterà sulle microstorie?

"Penso proprio di sì. Vorrei dare un contenuto al progetto che per ora è solo un titolo: Teatro Shakerato. Coinvolgerò due attrici, care amiche".

Lei ha la faccia e il candore di un ragazzino. Eppure ha quasi sessant’anni e il suo primo film risale a quasi quarant’anni fa.

"E’ vero, sono un uomo. L’uomo del quasi".

Abbiamo detto tutto?

"Anche troppo".

giu. mar.

 

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