Borghi: Selva Malvezzi, il fascino antico nato da un Medioevo oscuro

La piccola frazione di Molinella, nel bolognese, mantiene l’impianto e i palazzi voluti dal conte

Alla scoperta di Selva Malvezzi

Alla scoperta di Selva Malvezzi

Bologna, 5 luglio 2022 - L’ora perfetta per andare a Selva Malvezzi (frazione di Molinella, nel bolognese) è – parere di chi scrive – quella verso il tramonto. Perché davvero, ispirandosi alle parole di Dante, da queste parti il ‘disio’ intenerisce parecchio il cuore ai ‘navicanti’.

Con quella strada che, passato Budrio, si perde tra i campi, tra le cavedagne che possono ancora raccontarsi come visione ancestrale e i canali d’acqua in cui si specchia il cielo contaminandosi con tutte le sfumature del sole quasi a riposo. È questo un pre-show, se vogliamo intenderlo così, che porta poi allo spettacolo tutto speciale di questa frazione di Molinella parte dei Luoghi del Cuore Fai, un tempo boscosa e selvaggia (da questo il nome Selva), già contenuta nei possedimenti di Matilde di Canossa nell’Alto Medioevo, che venne donata secondo la leggenda dalla Contessa ai cittadini di Budrio, perché la risanassero e la rendessero fertile.

E’ noto infatti, come nel quattordicesimo secolo, Selva fosse luogo di malviventi, tanto da essere definita "Burione di Malavolta", poi, le comunità di Medicina e Ganzanigo pensarono bene di donarla a Carlo Malvezzi, uomo di ottima reputazione che verso il 1450 fece insediare qui una colonia di lavoranti ben pagati, che divennero così la prima comunità di cittadini della zona, arricchita poi da una parrocchia per educarli alla religione, tanto che papa Callisto III premiò Malvezzi, dichiarandolo signore e conte di Selva.

Fu il conte, quindi, a realizzare il borgo di stampo feudale che ancora oggi si ammira. Fu la famiglia Malvezzi a costruire i monumenti più belli e a dare forma al borgo che era un micro-centro virtuoso con ospedale, botteghe di tradizione e scuola all’interno del Palazzo del Governatore, il principale edificio di Selva.

C’è poi il Palazzo Comitale (residenza dei conti, fatto costruire da Carlo Malvezzi nel 1455 circa) e il Palazzaccio, ovvero il castello in difesa del feudo in direzione di Budrio e Bologna, oggi parzialmente in rovina. Arrivando a Selva, si ha come l’impressione di essere in una sorta di Cinecittà medievale, la scenografia di un film che attende di essere girata.

Ma il viaggio acquisterà valore se ci si fermerà per un pranzo o una cena, alla Locanda Pincelli, che si trova nel Palazzo del Governatore: mangiare sotto al portico d’estate è un’esperienza. Nata dal circolo operaio del paese e intitolata all’ex postino del paese, che sapeva le storie di tutti, vi sorprenderà la sua cucina così tradizionale e così contemporanea. L’ultima domenica del mese, poi, imperdibie il mercato antiquario e vintage.

 

 

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