Teatro Duse Bologna, per Debora Caprioglio e Corrado Tedeschi una ‘Notte di follia’

Dal 14 al 16 dicembre la pièce di Josiane Balasko

Corrado Tedeschi e Debora Caprioglio tornano a lavorare insieme dopo ‘Spirito allegro’ e ‘Anatra all’arancia’

Corrado Tedeschi e Debora Caprioglio tornano a lavorare insieme dopo ‘Spirito allegro’ e ‘Anatra all’arancia’

Bologna, 12 dicembre 2018 - Entrambi non hanno remore ad ammettere che di notti folli che hanno in carnet parecchie. E se Debora Caprioglio le relega agli anni giovanili specificando tuttavia che per fare l’attrice una vena di pazzia dev’essere presente tutta la vita, Corrado Tedeschi vira di più sull’attualità: «Sono felice di quel che ho fatto e non rinnego nulla, anche perché si trattava di trasgressione sana e non paragonabile a quella di oggi di chi si stringe in una discoteca come in una scatola di sardine e rischia la vita». La ‘Notte di follia’ targata Josiane Balasko che trascorrono insieme a teatro è però una commedia, divertente ma profonda, che il Duse accoglierà dal 14 al 16 (i primi due giorni alle 21, la domenica alle 16) riproponendo un affiatato binomio che ha già in curriculum ‘Spirito allegro’ e ‘L’anatra all’arancia’ («Che meraviglioso Capodanno fu quello del 2009», ricoda la Caprioglio).

Debora, siete ormai una coppia di fatto...

«Ci siamo ritrovati con grande gioia e in un testo contemporaneo con pochi attori - in compagnia ci siamo io, lui e Alessandro Marmorini nel ruolo del cameriere - il feeling in scena è fondamentale, conosciamo i nostri tempi e c’è una sintonia totale».

Quando, alla ripresa dello spettacolo, Anna Galiena non c’è più stata, è stato lei, Corrado, a suggerire il nome di Debora?

«No, però quando mi è stato sottoposto ho subito accettato perché andiamo d’accordo anche fuori dal teatro ed è importante andare in tournée con persone con cui puoi cenare tranquillamente dopo lo spettacolo».

In scena fa il presentatore come molto spesso ha fatto nella vita, Jacques le assomiglia?

«Beh, è un uomo di tv preso in un momento di sbandamento e la serata del testo è ad alto tasso alcolico. L’incontro con Simone nasconde per entrambi dei segreti che danno poi adito a un secondo tempo ricco di colpi di scena. L’ambientazione è quella degli anni ’50-’60 quando ancora esistevano i rapporti umani, non mediati dalla realtà virtuale d’oggi che mi atterrisce».

E Simone, invece, che donna è, Debora?

«Un personaggio che mi piace molto, indurito da cinque anni di prigione scontati per aver ucciso accidentalmente il partner e con una provenienza sociale che non la rende certo un’educanda nemmeno nel linguaggio. Quando incontra Jacques è molto guardinga e insicura, poi si scioglie, ma quando crede di aver trovato un nido sia affettivo che materiale, capirà che le apparenze ingannano. Comunque permette un’interpretazione sfaccettata, di trasformazione di una donna che sa tirare fuori lati di lei che aveva tenuto sopito».

Corrado, in epoca di ‘MeToo’ non si può dire sia una pièce policamente corretta?

«Inizialmente in effetti c’è uno scontro un po’ forte, ma Jacques è ubriaco e in realtà è un buono e alla fine tutto si risolve come dovrebbe essere nella vita».

Debora, le incursioni in tv possono preludere a presenze più fisse?

«Perché no? Se arrivano proposte credo di avere ancora un’età per accettarle. Dal ’97 mi dedico principalmente al teatro perché il cinema è molto penalizzato come luogo. IPad e tv consentono una fruizione dei film da casa mentre se vuoi vedere un attore dal vivo a teatro devi andarci. É stata la prima forma d’arte a nascere e sarà l’ultima a morire, se mai morirà. Poi nei giochi tv faccio bella figura perchè sono un’appassionata di cruciverba e questo mi favorisce un po’ rispetto ai colleghi che mi sfidano a ‘Mezzogiorno in famiglia’.

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