
Turisti davanti a San Petronio: gli affitti brevi sono sempre più diffusi
Il Comune di Bologna sta intensificando l’attenzione sugli affitti brevi e sulla loro crescente diffusione. L’altro giorno, è stato dato il primo resoconto dei controlli della Guardia di Finanza e della Polizia Locale, che hanno individuato 250 strutture ricettive prive del Codice Identificativo Nazionale (Cin), obbligatorio dal 1° gennaio per contrastare l’abusivismo nelle locazioni turistiche. Mappature e verifiche servono a limitare le irregolarità e a regolamentare un mercato che incide sempre più sulla vita della città. Ma cosa ne pensano i cittadini e i visitatori di Bologna?
Molti sono favorevoli alla regolamentazione, perché vedono un’eccessiva crescita di questo tipo di abitazioni a discapito di studenti, famiglie e cittadini: "Servono regolamentazioni sugli affitti brevi, che fanno aumentare i prezzi e rendono difficile per gli studenti trovare casa a Bologna, compromettendo il diritto allo studio. Andrebbero controllati meglio e servirebbero più verifiche sulle strutture. Per esempio, sono contraria ai tastierini all’ingresso che permettono di accedere senza personale: riducono i posti di lavoro, abbassano la qualità del servizio e non sempre garantiscono sicurezza", afferma Arianna Gabanelli.
Dello stesso parere Nicola Raspa: "Noi abbiamo un figlio che vive in città, ed è stato molto difficile trovare casa, perché molti spazi sono destinati agli affitti brevi. Ho letto proprio sul Carlino che sono stati trovati diversi evasori e sono a favore di questi controlli. Spero che il Comune continui così. Forse metterei anche un limite per aprire B&B nel centro storico". Piergiuseppe Tugnoli è ancora più netto: "Andrebbero tagliati nel modo più assoluto. Io stesso ne ho usufruito in altre città in passato, ma penso che a Bologna portino via troppi spazi per studenti e famiglie. Il Comune, che ho visto impegnato nella regolamentazione, sta seguendo la buona strada, e dovrebbe fare ancora di più".
C’è chi invece è favorevole, tra cittadini e chi ne usufruisce: "Credo si debba dare la possibilità di far crescere piccole aziende o chi, da privato, ha investito in un appartamento pensando a quello. Ora magari si trova limitato da nuovi regolamenti e non riesce più a gestirlo come prima", sostiene Daniele Tola.
"Io sono pro agli affitti brevi turistici privati, l’importante è che siano regolamentati bene e che non ci siano fenomeni di evasione fiscale", aggiunge Matteo Martemucci. "Penso che i prezzi siano giusti, spesso più bassi degli hotel, quindi sono comodi per chi viene in città", afferma Elena Angius.
C’è chi si pone a metà strada, valutando esigenze di turisti e proprietari. Pierluigi Paradiso spiega: "Tra studenti e B&B a uso turistico, ormai in centro a Bologna non si trova nulla. Capisco che sia così: spesso un proprietario non riesce a mandare via un inquilino che non paga perché, a causa della burocrazia, servono anni. Con Airbnb, invece, questo rischio non c’è. D’altro canto, però, metterei limitazioni: molti hotel ne risentono e trovare casa in centro è diventato difficile".
Annabella Alvisi aggiunge: "Credo che con più regolamentazioni il business smetterebbe di essere conveniente. Ora funziona perché ci sono meno costi ed è più fruibile da tutti i punti di vista." Gianfranco Cavedoni racconta la sua esperienza: "Abito in centro e il palazzo di fronte al mio è tutto Airbnb. Capisco che per il turista sia un vantaggio, ho usato anch’io queste piattaforme, ma chi cerca un appartamento in affitto tra le mura non lo trova più". Leonardo Cherubini conclude: "Personalmente credo ci voglia un giusto equilibrio: serve regolamentazione, ma non li toglierei totalmente, possono essere una buona opportunità per il settore turistico".