Affitti in nero, la piaga Studenti sfruttati, task force della Finanza smaschera 600 casi

Le Fiamme Gialle hanno incrociato i dati, boom di posizioni sospette. Il comandante Maccani: "Troppi proprietari non pagano le tasse". Il rettore Molari: "Sì alle quote pubbliche negli studentati privati".

Affitti in nero, la piaga  Studenti sfruttati,  task force della Finanza  smaschera 600 casi

Affitti in nero, la piaga Studenti sfruttati, task force della Finanza smaschera 600 casi

di Giorgia De Cupertinis

Sotto le Due Torri gli affitti agli universitari "vedono nero". Nero come le 621 posizioni sospette a Bologna – oltre 1.900 quelle complessive in Emilia-Romagna -, finite ora sotto la lente di ingrandimento delle Fiamme Gialle. Questi i numeri emersi durante un focus sul patto anti–evasione tra Guardia di finanza, l’università di Bologna, Modena-Reggio Emilia e Ferrara, l’Agenzia delle entrate ed Ergo, numeri individuati grazie all’incrocio dei dati sulle registrazioni dei contratti, le iscrizioni negli atenei, le utenze domestiche e le richieste alle Ausl per il medico di base. Proprio in questi giorni, infatti, i reparti della Guardia di Finanza stanno inviando agli studenti alcuni specifici questionari con l’obiettivo di acquisire informazioni utili e approfondire le eventuali irregolarità.

E rafforzare, così, una strategia mirata per "smascherare quei proprietari di casa che sfruttano gli universitari e non pagano le tasse – spiega Ivano Maccani, comandante regionale della Guardia di Finanza -. Bisogna tutelare le città universitarie, perché se si diffonde il fenomeno degli affitti in nero, possono subentrare delle situazioni di illegalità che favoriscono l’insorgere di degrado". Ma non solo. In collaborazione con Ergo, è stata avviata una specifica metodologia di analisi dei dati contenuti nelle richieste di borse di studio al fine di riscontrare l’effettivo possesso dei requisiti richiesti per ottenere i benefici economici. In questo modo sono state individuate le posizioni di studenti stranieri iscritti agli atenei della regione – in modo particolare a quello di Bologna - che avrebbero presentato una documentazione falsa riguardante sia la posizione economica sia quella anagrafica: questo lavoro, a oggi, ha già permesso a Ergo di revocare finanziamenti per 350mila euro, in un contesto di benefici indebitamente percepiti pari a circa un milione.

"Gli studenti fuori sede sono 39.500, un numero pari al 57% degli universitari presenti in città. E, come ben sappiamo, la ricerca delle case a Bologna è un problema da non sottovalutare – sottolinea il rettore Giovanni Molari –. Abbiamo cercato di mettere a sistema tutte le nostre competenze e fornire il nostro supporto, con l’auspicio che la Guardia di Finanza continui nella sua opera e riduca al minimo tutti gli affitti in nero della nostra città". Non è mancato poi uno sguardo alle quote pubbliche a canone concordato per studenti bisognosi negli studentati privati: una strada, secondo il Rettore, "da percorrere assolutamente, specialmente quando gli studentati privati ricevono contributi pubblici: credo che quella quota di contribuzione pubblica debba infatti essere in gran parte a copertura di canoni concordati per gli iscritti bisognosi".

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