Bologna, anziana morta. Il giallo dei farmaci spariti

A maggio prescritti sette medicinali, ma in casa non c’era nulla. La badante è irreperibile

Bologna, anziana morta. Il giallo dei farmaci spariti (Foto d'archivio)

Bologna, anziana morta. Il giallo dei farmaci spariti (Foto d'archivio)

Bologna, 14 luglio 2019 - Nella casa di M., 86 anni, non c’era nessun farmaco. Benché sia la donna che il marito di 11 anni più anziano, «ne fossero certamente consumatori in ragione dell’età e delle correlate patologie». Un aspetto, tra i tanti emersi, ritenuto «sospetto» dalla famiglia dell’anziana morta a Bologna la notte tra il 12 e 13 giugno le cui cause (da referto medico, «naturali») oggi restano misteriose. E la Procura ha già mosso i primi passi: martedì la salma verrà riesumata e ieri ha inviato i carabinieri ad assumere sommarie informazioni dai vari soggetti coinvolti nella vicenda che vede indagata una badante moldava di 59 anni per omicidio colposo e circonvenzione di persone incapaci. Lei, che doveva vigilare sull’anziana deceduta, ma che racconta che la notte della morte sarebbe stata lontana da Bologna, una settimana prima della tragedia è diventata erede universale dell’intero patrimonio, compresa pure la quota riservata per legge al marito della defunta.   

FARMACI. Tante, troppe stranezze. A partire dall’assenza nella casa di farmaci. Solo il 18 maggio, alla donna vennero prescritti nove medicinali, tra cui antibiotici, anticoagulanti e prodotti per l’ipertensione. Ma nella casa, a quanto pare, non sarebbe stata trovata traccia. Il caso è finito in un esposto della nipote di M. che apprendeva «da alcuni familiari del decesso della zia», mentre la stessa «era accudita da una badante, diversa da quella che da qualche anno seguiva lei e lo zio». Ma che, come avrebbe raccontato l’assistente familiare, «proprio il 12 giugno era partita per la Moldavia», per poi anticipare il rientro in Italia, «una volta appreso della morte, già il 14». Della presunta sostituta, però, mai avrebbe fatto il nome. Non vedendo molta chiarezza, il 17 la nipote decide così di chiamare l’obitorio della Certosa e ottiene conferma che «la salma della zia era in quel luogo in attesa di indicazioni per le esequie».   

STRANEZZE. Il giorno del funerale (il 20), la ragazza scopre che la badante «non aveva comunicato nulla ai parenti dello zio, quindi del tutto ignari che lo stesso si trovasse da solo con lei, spiegando di sconoscerne recapiti e utenze». Anche se in realtà, secondo quanto emerso, era proprio la stessa badante, in passato, a telefonare ai parenti su impulso dell’anziana donna che non poteva «operare in maniera autonoma per un gravissimo deficit motorio alle mani». Dagli stessi, infine, la nipote apprenderà anche dell’intervento della polizia quando la badante non voleva farli entrare in casa, episodio verbalizzato in una relazione di una volante.  

TESTAMENTO. Infine il testamento. Redatto alle 12 del 6 giugno – sette giorni prima del decesso –, nella casa degli anziani del centro città, davanti a un notaio e a due studentesse di 20 anni che, a quanto parrebbe, vivevano a pochi passi. «La disposizione testamentaria – così l’atto – prevede l’indicazione della badante quale erede universale; il patrimonio è di una certa consistenza». Due pagine con tanto di pubblicazione il 24 giugno. «Una grande stranezza», la definiscono le parti offese, rappresentate dall’avvocato Gabriele Bordoni, che chiedono di «chiarire e accertare cause e circostanze di morte dell’anziana, oltre alle ragioni che la indussero al lascito». Dall’autopsia, martedì alle 17 al Sant’Orsola, sono attese risposte. E la 59enne? Al momento risulterebbe ancora irreperibile.   

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