L’arcivescovo Biffi, pastore di una città ‘Sazia e disperata’. La nomina 40 anni fa

"Mangiare i tortellini con la prospettiva della vita eterna li rende migliori" Venne nominato patriarca da papa Giovanni Paolo II il 19 aprile 1984

Giacomo Biffi, arcivescovo metropolita di Bologna

Giacomo Biffi, arcivescovo metropolita di Bologna

Bologna, 19 aprile 2025 – Il 19 aprile 1984, papa Giovanni Paolo II nominò l’allora vescovo ausiliare di Milano, Giacomo Biffi, arcivescovo metropolita di Bologna. Come per il suo predecessore Enrico Manfredini, l’amicizia personale con don Luigi Giussani e il condividere l’operato del movimento cattolico Comunione e Liberazione giocano un ruolo fondamentale in questa decisione. Wojtyla, infatti, riteneva che in una città dove risiede la più antica università del mondo, la presenza della Chiesa dovesse essere mediata da quei movimenti cristiani più impegnati a trasmettere la fede.

Per convincere Biffi, il Santo Padre dovette invitarlo a pranzo nei palazzi vaticani. Superate le resistenze, decise di entrare in diocesi il 2 giugno, mentre la sacra immagine della Beata Vergine di San Luca era in città, in modo tale da mettere in secondo piano questo suo arrivo. ’Sazia’ e ’disperata’ saranno gli aggettivi che accompagneranno tutto il suo ministero bolognese. In realtà non li aveva mai pronunciati, ma erano la sintesi di un suo commento su alcuni dati statistici.

L’Emilia-Romagna, e in particolare Bologna con la sua provincia, avevano due tristi primati: quello della denatalità e quello dei suicidi. Da qui l’idea che il vivere troppo nel benessere tipico del territorio renda così ’sazi’ da perdere il senso del dovere di trasmettere la vita e, allo stesso tempo, così ’disperati’ da decidere di interromperla, piuttosto che affrontare le difficoltà quotidiane. "Chiedo a San Petronio la grazia – disse il cardinale – di far capire ai bolognesi che mangiare i tortellini con la prospettiva della vita eterna, rende migliori anche i tortellini, più che mangiarli con la prospettiva di finire nel nulla". A differenza di Lercaro, Biffi non venne con l’intento di ribaltare gli equilibri politici e culturali della città, ma cercò di dare una nuova anima a tutto quello che già esisteva. Nel 1989, diede vita all’esperienza di Estate Ragazzi non creando un qualcosa di alternativo ai campi solari organizzati dal Comune per le vacanze estive dei bambini, ma occupando quegli spazi dove questo servizio è assente. Non è un caso che questa iniziativa parta in due realtà socialmente complicate come quella del quartiere Barca e del Pilastro, e solo dopo si estenda alle altre parrocchie.

Nel 1996, per togliere una certa patina intellettuale che si era posata sulla carità, avvia quel percorso che porterà padre Marella ad essere beato. Se da un lato, il suo fine umorismo lo portò spesso ad utilizzare dei paradossi per affermare i suoi principi, dall’altro in alcuni momenti utilizzò toni durissimi. "Scegli la vita, dico a ogni medico e a ogni operatore sanitario – disse in una celebre omelia del 1986 contro l’aborto e l’eutanasia -, e sii coerente con la tua propria missione. Nessuna legge dello Stato può autorizzarti a diventare uccisore di uomini; nessuna legge dello Stato può trasformare un delitto in un atto consentito e addirittura rimunerato".

Il 16 dicembre 2003, papa Giovanni Paolo II accolse la sua rinuncia alla guida dell’arcidiocesi, per raggiunti limiti d’età. È deceduto l’11 luglio 2015.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro