Bologna, badante a processo: "Svuotò il conto dell’anziano"

La vittima è un generale di 94 anni. La donna è accusata di circonvenzione di incapace: si sarebbe appropriata di 90mila euro

La donna, romena di 56 anni, è a processo per circonvenzione di incapace

La donna, romena di 56 anni, è a processo per circonvenzione di incapace

Bologna, 20 gennaio 2022 - Il patrimonio della famiglia, quasi 90mila euro, disperso in prestiti ‘a fondo perduto’ alla propria badante. Si è aperto lo scorso 14 dicembre, con l’udienza preliminare, il processo che vede imputata Veronica Burdulea, romena di 56 anni, accusata di circonvenzione di incapace ai danni dell’anziano che assisteva, un generale dell’esercito di 94 anni residente in zona Mazzini. Una storia iniziata addirittura nel 2013, e già finita in tribunale nel 2019, con la donna, difesa dall’avvocato Pierfrancesco Uselli, imputata - e poi assolta - per appropriazione indebita. Una vicenda lunga, insomma, che rischia di diventare ‘infinita’ visto che ora la prima udienza dibattimentale del nuovo processo è stata fissata dal gup Alberto Gamberini soltanto a luglio del 2023.

«E sinceramente abbiamo paura che la parte offesa, vista l’età avanzata, rischi di non vedere neppure iniziare questo processo", spiega l’avvocato Margherita Deserti, che rappresenta l’ufficiale pensionato e la sua famiglia. E che è pronta a presentare "un’istanza per chiedere che l’udienza venga anticipata, perché vorremmo far partecipare la vittima, che adesso è assistita anche da un’amministratrice di sostegno, anche lei costituitasi parte civile nel processo". Stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini, coordinate dal pm Stefano Dambruoso, la Burdulea, in più circostanze, avrebbe chiesto e ottenuto dall’anziano assistito consistenti prestiti in denaro, arrivando ad accompagnarlo a prelevare al bancomat, anche mille euro per volta.

«Quella donna ha fatto leva sulla fragilità di mio padre, rimasto solo dopo la morte della mamma – racconta il figlio del generale –, spillandogli denaro in cambio di ‘moine’. Anche dopo il licenziamento, ha continuato a far visita a mio padre, portando in casa nostra anche delle sue amiche. Siamo arrivati al punto di dover avviare le procedure per ottenere che papà fosse assistito da un amministratore di sostegno, perché oltre a prosciugare il conto corrente rischiava anche in salute: ha problemi cardiaci, ha avuto un infarto, ma continuava a farsi prescrivere il Viagra dal medico".

Gli atti delle indagini, anche delle conversazioni e dei video che dimostrano come la badante fosse solita portare a casa dell’anziano ufficiale anche delle donne più giovani e dei suoi famigliari. "Mio padre si è fidato di persone che lo hanno sfruttato fino all’ultimo, privandolo della pensione e lasciandolo in uno stato di indigenza. E sicuramente non sarà il solo ad essere finito nelle mani di questa gente – conclude il figlio –. Per questo è tempo che la giustizia faccia il suo corso".  

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