Biblioteca di Eco in città Nessuno stop al progetto "Libri già donati o venduti"

Stefano, figlio dello scrittore e semiologo, fa ordine nella vicenda "Il ritiro del ricorso era previsto e non influenza in alcun modo l’iter".

Biblioteca di Eco in città  Nessuno stop al progetto  "Libri già donati o venduti"

Biblioteca di Eco in città Nessuno stop al progetto "Libri già donati o venduti"

di Paolo Rosato

"Smentisco che ci sia alcun passo indietro, peraltro manca il nesso logico: la vasta collezione libraria di mio padre, assieme agli appunti, è stata in parte venduta e in parte donata allo Stato, quindi la Braidense e l’Università di Bologna andranno tranquillamente avanti con i loro propositi, per quanto mi risulta. L’unico interesse della famiglia Eco è stato quello di fare l’interesse della collettività, per la migliore valorizzazione possibile". E’ Stefano Eco, figlio del grande scrittore, professore e semiologo Umberto, a mettere ordine in quello che ieri è sembrato un mini caso. La fonte era un quotidiano, nazionale, che legava alla rinuncia del ricorso al Tar della famiglia Eco (del 2018, si ricorreva contro il vincolo allora apposto dal ministero sui libri di proprietà della famiglia) una sorta di passo indietro per il lascito librario. In pratica, i volumi della prestigiosa collezione, la parte antica destinata alla biblioteca Braidense di Milano e quella moderna con gli appunti destinata a una biblioteca in costruzione nei locali della Bub in piazza Puntoni, sembrava che rischiassero di finire altrove.

Un rischio però impossibile: in data 15 dicembre 2020 erano stati sottoscritti sia il contratto di compravendita tra il ministero della Cultura e gli eredi di Umberto Eco, avente a oggetto la ’Bibliotheca semiologica curiosa, lunatica, magica e pneumatica’ – i libri antichi destinati a Milano –, sia l’atto di donazione al ministero della biblioteca moderna e dell’archivio, destinati a Bologna. Insomma, il ritiro del ricorso era previsto. "Non aveva più ragion d’essere quel ricorso, non essendo più un privato a detenere un bene d’interesse storico-culturale – spiega ancora Stefano Eco –. Quei libri non sono più nostri, una scelta è stata fatta e si andrà avanti, siamo in attesa di trasferire il materiale a Bologna appena la struttura sarà pronta e appena avremo un ok formale, per ora la Soprintendenza milanese si è dichiarata incompetente. Abbiamo avuto offerte in passato, anche dall’estero, per i libri di mio padre – conclude Eco –, ma la volontà ferma della famiglia era quella di non smembrare nulla".

Conferma tutto il ministero della Cultura. "A Bologna si sta andando avanti per la biblioteca Eco – spiega la sottosegretaria Lucia Borgonzoni (Lega) –, sappiamo che sono in corso vari controlli sulla staticità della struttura, compreso il monitoraggio della Soprintendenza. L’obiettivo è fare tutti i controlli propedeutici ai lavori, per andare a dama entro il 2026". L’Alma Mater riceverà i libri moderni in comodato d’uso dallo Stato, come concordato con gli eredi. Anche il rettore Giovanni Molari ieri era rimasto sorpreso dalle indiscrezioni su un possibile stop. "Non ci risultano cambi di programma. La famiglia Eco ha donato allo Stato l’intero archivio delle carte dello studioso, non una parte, e anche la sua intera biblioteca moderna, a condizione che venissero accolti a Bologna. Di questo restiamo grati e felici – sottolinea il rettore –. C’è un contratto che è nostra ferma intenzione rispettare, poiché sappiamo quanto lustro abbia portato Umberto Eco alla città e all’università di Bologna. Dopo un rallentamento causato dall’emergenza pandemica, siamo in procinto di iniziare i lavori per la biblioteca". I cantieri dovrebbero partire tra pochi mesi.

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