ANDREA ZANCHI
Cronaca

Bignami: il governo ora è più forte: "A Bologna molta insoddisfazione. Comunali? Sarà una partita aperta"

Il capogruppo di FdI alla Camera: "La sinistra è scollegata dalla realtà, voleva disfare le sue stesse leggi. Ogni tornata elettorale fa storia a sé. E i bolognesi restano parecchio critici verso questa amministrazione".

Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati

Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati

Un governo più forte, una sinistra "scollegata dalla realtà" e un orizzonte politico, a livello nazionale e locale, che non verrà influenzato dall’esito del voto di domenica e lunedì, perché "ogni partita fa storia a sé. E qui a Bologna sentiamo molta insoddisfazione verso questa giunta". L’analisi del voto referendario di Galeazzo Bignami, capogruppo di FdI alla Camera, abbraccia tutti i fattori di riflessione che il mancato raggiungimento del quorum ha scatenato anche sotto le Due Torri.

Bignami, il governo esce rafforzato da questo voto?

"Sì, anche perché la sinistra ha dimostrato di essere completamente scollegata dalla realtà".

In che senso?

"I referendum sul lavoro sono stati proposti per abolire leggi fatte dal Pd medesimo, nonostante il centrosinistra abbia tentato di usarli contro il governo. Nel 2011, almeno, quando ci fu la consultazione sull’acqua pubblica, il voto fu usato dalle opposizioni contro l’esecutivo Berlusconi".

Sorpreso dal mancato raggiungimento del quorum?

"No, perché gli elettori hanno capito che la sinistra li stava prendendo in giro".

Però un Paese con questo tasso di astensionismo ormai consolidato non è un problema da affrontare seriamente?

"Il referendum del 2020 sul taglio dei parlamentari, pur non necessitando di un quorum, superò il 50% di votanti. Ciò significa che il problema non sono gli elettori, ma l’uso che si fa dello strumento referendario. Anche perché, sul fronte del lavoro oggi l’emergenza non è tanto evitare i licenziamenti, ma trovare lavoratori qualificati. Il tutto all’interno di una cornice dove, con il governo Meloni, siamo arrivati al massimo degli occupati in Italia".

Quali indicazioni trarre dal voto per i prossimi appuntamenti politici?

"Che bisogna sempre rispettare gli elettori. Per questo siamo consapevoli che ogni consultazione è da valutare nella sua autonomia e da affrontare come una partita che si gioca su piani differenti, a partire dalle Regionali".

A Bologna l’affluenza è stata più alta della media nazionale, sorpreso?

"No, qui c’è sempre stata una tradizione di partecipazione più alta che nel resto del Paese. Ho visto anche sindaci di centrodestra andare a votare. Una scelta legittima, come quella di chi ha deciso di restare a casa. A differenza di quello che pensa la sinistra non andare alle urne è perfettamente legittimo, lo spiegò pure Napolitano...".

Anche a Bologna il sì alla riduzione dei tempi per la cittadinanza agli stranieri ha avuto consensi minori rispetto al resto dei quesiti.

"E la cosa non mi stupisce. Chi non fa battaglie ideologiche ma parla con le persone sa che questo non è tema così sentito, anche a sinistra. E il voto dimostra che gli elettori sono molto più attenti di quanto si pensi sia quando votano sia quando non votano".

Una partecipazione comunque alta sotto le Due Torri non preoccupa in vista del 2027?

"Anche le Comunali faranno storia a sé, lo ripeto. Se poi qualcuno vuole crogiolarsi nell’idea del ‘partito-mamma’ faccia pure. Ma nel 2027 sarà un’altra partita, questo ce lo dicono tutti quei cittadini che manifestano insoddisfazione e critiche verso questa amministrazione".