BENEDETTA DELLA ROVERE
Cronaca

Antagonisti contestano il convegno sull’antisemitismo

Davanti all’Archiginnasio la protesta del gruppo ‘Cambiare rotta’, mentre all’interno si svolgeva l’incontro dal titolo ‘L’antisemitismo prima e dopo il 7 ottobre’

Bologna, 25 gennaio 2024 – All’interno dello Stabat Mater dell’Archiginansio si parla di antisemitismo, che si è acuito dopo l’attacco del 7 ottobre di Hamas e il successivo conflitto tra Israele e Palestina e all’esterno scoppia la contestazione.

L’azione di protesta questa volta è organizzata dagli antagonisti di ‘Cambiare Rotta’ (qui il VIDEO di Alessandro Ruggeri) – una ventina in tutto – che protestano contro “Il nuovo genocidio è in Palestina. Dal ghetto di Varsavia a Gaza. Resistenza fino alla vittoria”. Questo lo slogan che recita lo striscione che il piccolo gruppo di manifestanti hanno esibito di fronte all’ingresso della storica biblioteca sotto al Pavaglione.

La protesta davanti all'Archiginnasio e il convegno all'interno
La protesta davanti all'Archiginnasio e il convegno all'interno

L’obiettivo della protesta era il convegno ‘L’antisemitismo prima e dopo il 7 ottobre’ a cui hanno partecipato, il senatore Andrea Cangini, segretario generale della Fondazione Luigi Einaudi e l’assessore comunale alle Comunicazione e monitoraggio cantieri, protezione civile, Massimo Bugani, oltre al presidente della Comunità Ebraica di Bologna, Daniele De Paz, al presidente del Museo Ebraico, Guido Ottoleghi, al pro rettore dell’università di Bologna, Roberto Vecchi, al professor Asher Colombo dell'Università di Bologna, presidente dell'Istituto Cattaneo e al professor Emanuele Ottolenghi, senior fellow Fondation for Defence of Democracies di Washinghton.

“Siamo qui per dare un chiaro segno”, hanno scandito i ragazzi al megafono sottolineando che “non può esistere il revisionismo storico”. Dopo una decina di minuti, i giovani manifestanti si sono allontanati senza incidenti, mentre nelle sale dell’Archiginnasio il dibattito, organizzato in occasione del Giorno della Memoria, è andato avanti. “Il 7 ottobre ha cambiato il mondo”, sottolinea il presidente della Comunità Ebraica di Bologna, Daniele De Paz, che invita a riflettere sul significato delle tante manifestazioni di solidarietà ad Israele contraddistinte dalle parole “mai più” e sull’ondata di manifestazioni contrapposte, con volantini che invitano a boicottare i prodotti ‘Made In Israel’ e slogan antisemiti. “È uno sfregio alla memoria di 6 milioni di ebrei morti nei campi di sterminio nazisti e un campanello d’allarme che suona ormai da 100 giorni”, avverte De Paz che invita ad utilizzare le parole “mai più con la massima consapevolezza, evitandone ogni abuso” e ricorda il Giorno della Memoria è dedicato “espressamente alla memoria delle Shoah”.

La ricerca sull’antisemitismo

Nel corso dell’incontro, il professor Asher Colombo ha illustrato i dati di una ricerca dell’Istituto Cattaneo, elaborata subito dopo il 7 ottobre. A studenti tra i 19 e i 21 anni delle Università di Bologna, Padova e Milano Bicocca è stato chiesto di rispondere ad un questionario che conteneva 13 affermazioni antisemite. Per il 17% è vero che “gli ebrei muovano la finanza mondiale a loro vantaggio”. Per il 30% dei ragazzi intervistati “gli ebrei sono più leali verso lo stato di Israele che verso il loro paese” e il 33%, ossia uno studente su tre, ritiene vero che “gli ebrei preferiscano frequentare i membri del loro gruppo escludendo gli altri”.

Uno studente su cinque, poi, ritiene vero che “gli ebrei parlino troppo delle loro tragedie e trascurano quelle degli altri”, il 31% pensa che “gli ebrei approfittino dello sterminio nazista per giustificare la politica di Israele” e il 30% che “gli ebrei si sono trasformati da un popolo di vittime a un popolo di aggressori”. Per il 46% dei ragazzi, infine, Israele si comporta come la Germania nazista. Dati che non sorprendono il senatore Cangini, per il quale la manifestazione davanti alle porte dell’Archiginnasio conferma pienamente l’analisi dell’Istituto Cattaneo. “Contestazioni di questo tipo non succedono nei confronti dei cittadini di altre nazionalità – dice - nemmeno nei confronti dei cittadini russi che viaggiano nel nostro Paese, pur essendo noi decisamente a favore dell’Ucraina. Succede solo in un caso, quello degli ebrei, per protestare contro i presunti abusi nella risposta dello Stato di Israele all’aggressione di Hamas. È difficile quindi pensare che tutto questo non si giustifichi con un sentimento preesistente ed essenzialmente antisemita”. Per Cangini i contestatori, come quelli di Bologna o i 500 giovani dei centri sociali che hanno manifestato contro Israele alla Fiera Orafa di Vicenza, fanno parte “dell’album di famiglia del Pd di Elly Schlein. Il suo silenzio sui fatti di Vicenza non è molto diverso dal silenzio di Giorgia Meloni sui fatti di Acca Larentia”.

"Sugli israeliani due pesi e due misure”

Di “due pesi e delle due misure” applicate nel valutare episodi che coinvolgono cittadini israeliani, in patria o all’estero, e cittadini di altri Paesi ha parlato il professor Emanuele Ottolenghi. “Negli Stati Uniti i rettori delle Università si sono schierati a favore della libertà di espressione – ha sottolineato - tollerando anche espressioni di antisemitismo e incitamento all’odio” da parte di studenti e docenti, in nome dei principi costituzionali. Negli Usa, così come in altre parti del mondo, inoltre, associazioni femministe hanno giustificato “femminicidio e violenze sessuali brutali nei confronti di tante donne israeliane rapite o uccise il 7 ottobre.

Tante organizzazioni femministe hanno tergiversato a condannare con fermezza questo fenomeno – ha sottolineato Ottolenghi - . C’è il rifiuto della condanna spiegando come la causa Palestinese sia una parte integrante della resistenza femminista al patriarcato”. E ancora negli atenei americani sono ben accetti i contributi di Stati non democratici, come la Russia e il Quatar, che finanziano “cattedre e istituti di ricerca” e contribuiscono a creare una nuova classe dirigente “non più dedita alla tutela della libertà”. “Difendere Israele e capire quando le critiche sconfinano nell’antisemitismo – conclude - è tutelare della libertà”.