Bologna, 7 novembre 2020 - La prima notte di coprifuoco (causa epidemia Coronavirus) riporta indietro il nastro in pieno lockdown, quando le strade erano deserte e il silenzio assordante. Divieto di circolare per la città dalle 22 alle 5, salvo necessità lavorativa o di salute, e a percorrere le strade ieri sera erano soltanto i fattorini delle consegne a domicilio. Gettonatissimi, proprio come come a marzo o aprile.
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Non sono mancati i controlli, con le pattuglie impegnate a sorvegliare le strade più frequentate della città, da piazza Maggiore a via Indipendenza, da via Rizzoli al Pratello, fino alla zona universitaria. Dalle finestre ogni tanto si intravede qualcuno affacciato a osservare una città vuota, qualcun altro aspetta impaziente alla fermata del bus per tornare finalmente a casa dopo una giornata lavorativa, alcuni - pochissimi - portano fuori il cane per la passeggiatina prima di andare a dormire.
È la cronaca di una Bologna ripiombata in uno scenario da film distopico, dove non si sente volare una mosca e anche l'acqua che sgorga dal Nettuno sembra chiamare a sé l'attenzione. Solo in via Zamboni qualche personaggio già noto ai residenti continua a circolare, ma si contano sulle dita di una mano.
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