"Così sono finita nella rete dei truffatori"

Un finto carabiniere e un falso avvocato hanno derubato dei gioielli una pensionata. "Mi hanno detto che mio figlio era stato arrestato"

"Così sono finita nella rete dei truffatori"

"Così sono finita nella rete dei truffatori"

San lazzaro (Bologna), 6 marzo 2024 – "Suo figlio è in stato di fermo alla caserma di via Paolo Poggi, a San Lazzaro. Ha investito una persona che è in fin di vita". Sono queste le parole pronunciate al telefono, giorni fa, da finti carabinieri, spacciatisi per militari di San Lazzaro, che hanno portato a termine una truffa da qualche migliaio di euro. A raccontarlo è la vittima, una donna residente nella frazione Mura San Carlo, che vuole rimanere anonima: "Mi hanno chiamato al fisso, nel primo pomeriggio. Quando ho sentito che pronunciavano il nome vero di mio figlio sono crollata. Non ho pensato neanche un attimo che fosse una truffa. Ho avuto paura e basta, come penso accadrebbe ad ogni mamma - racconta la signora -. Mi hanno detto che erano carabinieri, che mio figlio non poteva parlarmi perché aveva già chiamato l’avvocato".

Poco dopo, infatti, come spesso succede in truffe di questo genere, alla donna è squillato il cellulare: "Ho risposto subito ed era questo finto avvocato, loro complice. Lo hanno fatto per bloccarmi entrambe le linee telefoniche, ma purtroppo l’ho capito a crimine fatto. Questo legale mi ha detto che a mio figlio sarebbero serviti dei soldi per tornare a casa o avrebbe passato la notte in caserma - aggiunge -. Volevano 7.500 euro e gli ho detto che non ne avevano. A quel punto mi hanno chiesto se avessi gioielli, ma me lo hanno chiesto come se sapessero che li avevo a disposizione".

E qui va fatta una parentesi. Era maggio quando alcuni ignoti, alle 9 della mattina, forti del fatto che la pensionata era uscita, le avevano sfondato una vetrata per rubare in casa. Sentendo le urla di una vicina erano scappati lasciando in un loro sacchetto un mucchietto di gioielli. "Loro sono gli stessi, io ne sono convinta - prosegue la donna che, però, ha collegato i fatti troppo tardi presa dal panico -. Ho detto che i gioielli li avrei portati io in caserma in Paolo Poggi, ma mi hanno risposto che avrebbero mandato un tal Leopoldo a prenderli. Questo, un individuo dalla carnagione olivastra, in due minuti era davanti alla porta di casa mia. È entrato. Mi ha iniziato a seguire per tutta casa. Gli ho dato qualche grammo di oro che avevo. Erano vecchi gioielli che tenevo in casa. Poi l’ho chiuso fuori. In tutto questo i finti carabinieri e l’avvocato erano ancora al telefono. Ad un certo punto una delle due chiamate è, per fortuna, caduta e io ho chiamato mio figlio che stava bene. Sentendo che avevo capito l’inganno anche gli altri sul fisso hanno riattaccato".

Una vicenda dai contorni paurosi, che poteva avere un epilogo ben più grave come conclude la donna: "Potevano ammazzarmi, lo so. E leggo i giornali. So che succedono queste cose, ma loro colpiscono la psicologia delle persone e quando capita a te non sei più lucido. Ho fatto denuncia e spero che li trovino".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro