Da Rio a Montilocco sulle orme del nonno

Un giornalista brasiliano ha ritrovato nella borgata la casa dove alloggiò l’antenato militare durante la Seconda guerra mondiale

Da Rio a Montilocco sulle orme del nonno

Da Rio a Montilocco sulle orme del nonno

È stata una giornata carica di emozioni, quella dell’altro ieri a Montilocco, per Sidney Dantas De Sousa di Rio de Janeiro, giornalista e funzionario federale del Governo del Brasile. In questa piccola borgata di Gaggio Montano, a 925 metri di altitudine, ora imbiancata da qualche centimetro di neve, 79 anni fa, nel pieno della seconda guerra mondiale, suo nonno Ivaldo Ribeiro Dantas indossava la divisa della Feb, Forza di spedizione brasiliana, con il grado di 1° sergente, 8ª compagnia, 3° battaglione dell’11° reggimento di fanteria, e combatteva contro gli occupanti tedeschi del suolo italiano.

Suo nipote Sidney si è recato quassù ove il nonno visse terribili giorni di guerra, accompagnato dalla montesina Ilaria Soldati, che continua la tradizione di famiglia di custodire questa casa in sasso di inizio ‘800, arrampicata lungo le pendici del crinale di Monte Belvedere e di Ronchidoso. Sidney, in compagnia di altri brasiliani, Eduardo Valentin, Weldem Vieira e Homulo Generoso, ha mostrato due fotografie a Ilaria, una delle quali ritrae suo nonno Ivaldo con gli uomini del suo battaglione, e sullo sfondo un muro in sasso, rimasto come era nel 1945. "Mio nonno – ha raccontato Sidney – conobbe il nonno di Ilaria in questa casa dove alloggiò con i suoi uomini. Quando parlava della guerra in Italia lo menzionava sempre. Ricordo perfettamente il nome: Aldo Zaccanti. Oggi ho realizzato il sogno di quando ero bambino. Qui a Montilocco fu ucciso dai tedeschi Amaro Felicíssimo da Silveira, nato a Belo Horizonte, 1° tenete di cavalleria della Feb, studente al 4° anno di medicina". Ce lo ricorda anche una lapide che si incontra lungo la strada molto ripida che porta alle case. Lo freddò una raffica di mitragliatrice il 20 novembre 1944 mentre, in pieno giorno, era in perlustrazione per scovare le posizioni nemiche. Allora la zona di Montilocco era presidiata dai tedeschi. I Brasiliani la occuparono a metà dicembre. Il tenete Amaro fu sepolto dai tedeschi a una cinquantina di metri dalla casa di Zaccanti, perché i brasiliani non riuscirono ad avvicinarsi per recuperarne il corpo. Poi arrivò l’inverno e la neve nascose quella tomba anonima per alcuni mesi.

I resti del soldato furono poi riesumati su indicazione del luogo da nonno Aldo e portati nel cimitero brasiliano in Pistoia e poi traslati nel Monumento nazionale dedicato ai caduti della seconda guerra mondiale che si trova a Rio de Janeiro ove riposa tuttora. Il tenente Amaro Felicìssimo da Silveira era partito volontario per l’Italia.

Walter Bellisi

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