Discarica, conto da 1,7 milioni per il Comune

La società che continua a gestire il sito, chiuso dal 2004, ha fatto causa. Il sindaco Ruscigno: "Avviati contatti per una transazione"

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È chiusa da quasi vent’anni, ma continua ad emettere gas da fermentazione, produrre percolato, e rappresentare un rischio per le falde acquifere. È la discarica di rifiuti speciali non pericolosi alla prima periferia di Bazzano, oggi capoluogo di Valsamoggia. All’epoca contestatissima dai residenti e che oggi, a distanza di 34 anni dai primi atti autorizzativi che risalgono al 1988, presenta un conto milionario al giovane Comune di Valsamoggia.

Una vicenda emersa nell’ultimo Consiglio comunale su iniziativa del consigliere Giuseppe Falco (Forza Italia), che ha interrogato il sindaco sull’andamento della causa civile intentata dalla società Segesta-Servizi per l’ambiente srl, contro il Comune di Valsamoggia al quale il titolare della società che ha realizzato, gestito e post-gestito l’operazione, ha chiesto un rimborso di un milione e settecentomila euro come corrispettivo delle spese sostenute nella gestione post-operativa, ovvero dopo la fine del conferimento dei rifiuti e realizzato le opere di sistemazione ambientale, nel 2004.

Da allora le autorità di controllo e poi Arpae effettuano controlli periodici dai quali risulta che l’area di discarica sulla via Castelfranco, che doveva tornare a destinazione agricola, non presenta valori pericolosi, ma non è ancora ‘assestata’. E che non ci sono quindi ancora le condizioni per il passaggio del terreno al Comune di Valsamoggia. Dopo alcuni mesi di confronto in tribunale e relative perizie tecniche con l’amministrazione comunale, difesa dall’Avvocatura civica metropolitana, il sindaco Ruscigno nella risposta in Consiglio ha aperto alla possibilità di arrivare a un accordo: "Nel corso delle ultime settimane sono intercorsi contatti tra le parti e i legali al fine di verificare la sussistenza dei presupposti per definire la controversia transattivamente in via stragiudiziale in considerazione sia del fatto che il servizio presenta rilevanti aspetti di interesse pubblico, in quanto correlato alla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, sia degli elementi di criticità emersi nel corso del giudizio e della stima di una probabilità di soccombenza".

Nella stessa seduta è stato approvato dal Consiglio (col voto contrario delle opposizioni) un accantonamento precauzionale di oltre 700mila euro.

"Se non avessimo presentato una interrogazione il Consiglio non sarebbe neppure stato informato di una situazione di grande rilievo per la comunità", commenta il consigliere Falco.

Gabriele Mignardi

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