Favia coinvolto in un caso simile "Un precedente pericoloso"

L’ex M5s, oggi ristoratore: "Non possiamo rispondere di ciò che scrivono gli altri"

Favia coinvolto in un caso simile  "Un precedente pericoloso"

Favia coinvolto in un caso simile "Un precedente pericoloso"

"Assurdo". Giovanni Favia (nella foto), ex 5 Stelle oggi ristoratore, commenta così la vicenda della barista a processo per i commenti al video delle vigilesse che controllavano il Green pass postato sui social.

Anche lei è stato coinvolto in una vicenda simile?

"Faccio una premessa: non sono mai stato No Vax e ho sempre seguito le regole. Postai, però, una foto con i vigili nel mio locale durante la pandemia mentre mi facevano la multa perché non avevo la mascherina. Un post che divenne virale, ma nel mio commento non me la prendevo coi vigili – che facevano il loro lavoro – ma con la politica".

A causa di certi commenti contro gli agenti anche lei è finito nei guai...

"Il video ha fatto migliaia di visualizzazioni e quasi mille commenti. Come potevo controllarli tutti? Il fatto che la barista finisca a processo è un precedente molto pericoloso. Per lei e per tutti. Non si può trattare un cittadino come se fosse un editore. La responsabilità di ciò che si scrive su Facebook è personale, non possono prendersela per quello che scrivono altri".

Anche lei rischia il processo?

"Il pm ha archiviato la mia posizione ritenendo ’non lesive le espressioni del post’, ma i vigili hanno fatto opposizione, facendo richiesta d’imputazione coatta. La sfortuna ha voluto che la raccomandata che m’informava dell’udienza è stata inviata all’indirizzo di una casa che ho venduto e, così, non ho potuto partecipare".

L’iter pare lo stesso della barista di via degli Ortolani...

"C’è la richiesta d’imputazione coatta. Ma mi auguro che finisca tutto in niente. La diffamazione non è riferita a quello che ho scritto, ma a tre commenti su 871 e di questi tre io non ero a conoscenza. Se invece che appesantire i tribunali, mi avessero segnalato i commenti, li avrei rimossi. La multa era ingiusta, ma lungi da me voler offendere gli agenti".

Resta fiducioso, quindi?

"Il provvedimento nei miei confronti mi pare surreale. Con il mio avvocato Francesco Maisano sono sicuro che dimostreremo la mia estraneità. La responsabilità di ciò che si scrive su Facebook è personale, non possono prendersela con me per quello che scrivono altri. Chi ha un profilo social risponderà di quello che scrive, non di quello che commentano gli altri".

Rosalba Carbutti

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