Covid Bologna, poca gente in centro. "È tornata la paura"

Bologna, 17 gennaio 2022 - Il sole splende nel cielo e la città è semi-deserta, ma non è agosto. E tutti, cittadini e commercianti, attraversando le strade del centro si domandano: ma dove sono finiti i bolognesi? Dei turisti stranieri già lo si sa, già da prima di Natale in molti hanno disdetto e non sono mai arrivati sotto le Due Torri, ma i "locali", e questo è il dato che salta agli occhi, sono più che dimezzati in giro. Covid Emilia Romagna, tampone per isolamento e quarantena. Donini: "Primi in Italia" - "Ho rischiato di morire perché ero positivo" - Picco Covid contagi: quali città di Emilia Romagna, Marche e Veneto lo hanno già raggiunto Poche le persone per le vie del centro Parlano i numeri di Ascom sui fatturati per ristoranti, alberghi, negozi e agenzie di viaggio, come abbiamo riportato ieri sulle nostre pagine, ma ancor prima delle stime la percezione è lampante proprio sul campo. Ci sono i saldi già al 70% in molti negozi, ma non ci sono file, nei ristoranti si trova posto facilmente e in alcuni le disdette continuano a incidere, proprio come succedeva tra Natale e Capodanno. Omicron, la nuova ondata pandemica, ha colpito duramente l’andamento commerciale ma anche sociale. Lo pensa Marco Nannetti dell’Enoteca Italiana, che ammette di aver lavorato tantissimo tra novembre e dicembre, ma che da gennaio registra una frenata. "Ci sono tante disdette da parte di nostri clienti, anche tavolate e di catering perché vengono annullati i banchetti – spiega Nannetti dal suo negozio in via Marsala. E prosegue: "Fino al 6 gennaio abbiamo lavorato e poi finite le feste c’è stata una ripresa psicologica della preoccupazione, dopo il divertimento a tutti i costi che, ad esempio, qui in Enoteca ha portato anche gente molto indisciplinata che mi ha costretto a litigare, per cui ho dovuto chiudere in anticipo un paio di giorni". Nannetti, che riconosce come si stia vivendo in un "lockdown non dichiarato, tra paura quarantene", racconta di un Natale 2022 di grande successo per gli affari, anche maggiore del 2019 in fatto di regali. "Un Natale che è cominciato prestissimo, già ai primi di dicembre – rivela – come se già ci si aspettasse quel che è successo, anche perché le notizie parlavano da tempo di chiusure imminenti e il tam tam su quello che sarebbe successo, di un possibile lockdown, faceva correre al dono in anticipo". Anche per i negozi di abbigliamento il vuoto si fa sentire, come ammette Sara Rubbini di Jucca in via De Toschi 2. "In giro c’è pochissima gente, gennaio è sempre un mese particolare, ma questo è diverso, forse per i contagi o perché le persone preferiscono non uscire – afferma – anche se noi non possiamo lamentarci, forse perché la nostra clientela è fidelizzata, la conosciamo da anni e quindi ci difendiamo bene". E chiosa: "Questi saldi non hanno fatto dei numeri esagerati, ma le nostre clienti sono venute". Il Quadrilatero, naturalmente, è la zona che colpise di più per il vuoto. La conferma arriva dalla signora Monica Zennato che lavora al grottino di frutta e verdura Bardelli in via Pescherie Vecchie: "Bologna è vuota, i turisti sono chiusi in casa a smaltire la quarantena e credo che ci sia forse un 70% di gente in meno in giro e lo si capisce dal venerdì, ad esempio, che solitamente è un giorno importante per la spesa, ma così non è stato, poi il sabato di persone ne circolano più, ma questo si sa". E poi un ricordo: "A tratti sento quel silenzio che mi ricorda il periodo del primo lockdown, quando andavo in piazza a fumare una sigaretta e sentivo le voci dei poliziotti". In questo gennaio che sembra agosto per il sole che splende e che ieri si esprimeva con 11 gradi in tarda mattinata, chi esce ripete uno stile di vita già vissuto: caccia al dehors anche per pranzare e uscite strategiche ai mercatini (ieri piazza Carducci e Aldrovandi erano animati) come espressione di una necessaria socialità. Ma anche il weekend, nononostante i saldi e i TDays, in centro non è stato da ’tutto esaurito’.

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Mancano i turisti, ma anche i bolognesi. I commercianti: "Dopo le feste, una frenata". E c’è chi evoca il lockdown: "Il silenzio è lo stesso"