ROSALBA CARBUTTI
Cronaca

Gianluca Vacchi : "Lascio l’azienda Ima. Ma le radici sono tutto. Ho Bologna nel cuore"

L’imprenditore-influencer ha venduto la sua quota per oltre 700 milioni. Viaggio nella sua villa l’Eremita a Castenaso tra incontri di lavoro e padel. "Quando sono in città mi ritiro qui. La Garisenda? Andrà tutto bene"

L’imprenditore-influencer Gianluca Vacchi: sui social ha 47 milioni di follower

L’imprenditore-influencer Gianluca Vacchi: sui social ha 47 milioni di follower

Bologna, 13 gennaio 2024 – "Le radici per me sono tutto". Gianluca Vacchi, imprenditore e influencer da 47 milioni di follower, è nel suo buen retiro bolognese. Qui, nella sua casa ormai leggendaria di Castenaso, chiamata ’L’Eremita’, passa molto tempo. Del resto, come scriveva Paulo Coelho ne L’Alchimista, "gli uomini spesso sognano più il ritorno che la partenza".

E Vacchi, in un certo senso, ha fatto sua questa frase: "Quando torno dai miei viaggi, da Miami, soprattutto, altro mio posto del cuore, perché è la città della mia compagna Sharon, mi ritiro qui dove la leggenda narra davvero ci vivesse un eremita...".

In questi giorni cruciali, in cui l’imprenditore ha lasciato Ima, l’azienda di famiglia, colosso del packaging con stabilimenti in giro per tutto il mondo, portando a casa oltre 700 milioni di euro in due tranche dalla vendita della sua quota del 13,2 per cento (la prima, più corposa, immediata, la seconda entro qualche anno), si è ritirato nella sua mega villa tra partite di padel, bagni nella vasca ghiacciata ed esercizi ginnici in costume nella sua palestra en plein air.

Racconta del suo rapporto con il cugino Alberto Vacchi, presidente e amministratore delegato di Ima ("Ci vogliamo bene, da sempre") e della scelta, comunque, sofferta, di lasciare il gioiello di famiglia. Che, comunque, "resta parte di un lungo cammino che è durato 30 anni".

"Il mio cuore è a Bologna, mi piace stare qui. È dove sono nato, dove ho sempre vissuto. Allo stesso tempo – dice Vacchi – sapere che Ima punta a Wall Street mi riempie di orgoglio. Un orgoglio anche un po’ provinciale, ma bello".

Sull’amministrazione di Matteo Lepore e i suoi provvedimenti, le grandi opere in arrivo, la Città 30, non si sbilancia: "Sono un uomo che ha posizioni equilibrate, abbastanza moderate. M’informo, leggo, ma mi tengo a distanza delle questioni politiche. E poi quando sono a Bologna faccio davvero un po’ l’eremita. Tutti pensano che mi dedichi alle feste, ma non è così. Faccio sport, mi alleno, sto con la famiglia, incontro persone per il mio lavoro di imprenditore. Poi, certo, ammetto che le beghe dei partiti le trovo piuttosto noiose. Oggi non dovrebbero più esistere posizioni di destra o di sinistra, ma la distinzione tra persone consapevoli delle problematiche sociali e persone che lo sono meno".

Prima di iniziare la partita di padel nel suo campo coperto allestito nella sua villa, griffato dalle sue iniziali ’GV’, indica il terreno di fianco: "Ho acquistato un altro terreno con la cascina, chissà se mia figlia ci vivrà...", dice con un sospiro. Poi due parole le dedica alla ’grande malata’, la Garisenda.

"Credo che con le nuove tecnologie si possa salvare. È il nostro simbolo, il nostro patrimonio. Le vogliamo tutti bene e sono ottimista che andrà tutto bene".

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