
Il Belluzzi Fioravanti al freddo, studenti rimandati a casa (foto di repertorio)
Entrano alle 8 ed escono alle 8.45. Motivo: si gela, la temperatura media in aula è di 12 gradi. E’ accaduto, ieri mattina, all’Iis Belluzzi Fioravanti di via Cassini dove quasi 1.500 studenti sono stati rispediti a casa, dalla scuola, perché in classe non si stava a causa del freddo polare. Quarantacinque minuti di lezione, neanche il tempo di levarsi i piumini che è arrivato il tana libera tutti. A regalare un giorno extra di vacanza, "un interruttore della centrale termica che si è bruciato", spiegano dalla Città Metropolitana.
Si allunga l’elenco degli istituti i cui riscaldamenti hanno smesso di lavorare. Con i motivi più vari: dalle centraline elettriche saltate alle pompe bruciate fino al più classico ‘aria nell’impianto’. Una debacle generale che non si era mai verificata negli ultimi anni. Il tutto corredato dalle giuste proteste degli studenti che, in alcuni casi, hanno chiuso i libri, scioperando visto che non sempre il guasto veniva aggiustato nel giro di un giorno. Si comincia a novembre con l’Iis Aldini Valeriani, poi via via è la volta dei licei Galvani e Laura Bassi, delle sedi distaccate di Molinella (professionale e Nobili) dell’Iis Giordano Bruno di Budrio, dell’Iis Archimede di San Giovanni in Persiceto e ultimo, si spera, l’Iis Belluzzi Fioravanti. Con una ‘deviazione’ all’Iis Mattei di San Lazzaro dove nelle 20 (su 30) classi dell’ala vecchia i raffreddori trionfano.
Tanto da spingere il preside Roberto Fiorini ad annunciare, in modo provocatorio, l’acquisto in proprio di climatizzatori. E la Città Metropolitana? "Come prima cosa – esordisce Emanuele Bassi, delega alla Scuola – vorrei scusarmi con gli studenti e con le famiglie per i disagi subiti". In queste settimane, "siamo tutti al lavoro. Nessun lassismo, è solo un problema connesso al cambio di appalto". Il dito di Bassi punta, infatti, in direzione del passaggio di consegne, nella gestione dei riscaldamenti scolastici, tra l’uscente Rekeep e l’entrante Renovit di Milano che ha vinto l’appalto. Renovit, si legge sul sito, è "un primario operatore del mercato dell’efficienza energetica, nato da un’iniziativa di Snam e CDP Equity". Curioso poi che l’avvicendamento sia avvenuto il 28 novembre: a termosifoni più che operativi. "La nuova società – spiega Bassi – doveva cambiare tutte le sim per il telecontrollo degli impianti. Non avendo fatto in tempo, ha proceduto in questi giorni a mettere il ‘sistema’ in manuale".
Di qui anche i tempi più lunghi degli interventi che non sono sempre stati solleciti. "Con il telecontrollo riesci a evitare molti danni". Certo quello che sta accadendo "non ha giustificazioni, ma siamo al lavoro". Infine, il gruppo Uniti per l’alternativa ovvero Fratelli d’Italia si prepara a interrogare, in aula, il delegato alla Scuola dell’ex Provincia.