NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Immigrazione, ufficio in prima linea: "Rimpatriati 69 stranieri irregolari. Raddoppiate le richieste d’asilo"

La dirigente Cristina Fava: "Un grande impegno per rispondere in tempi brevi a tutti". In aumento anche i permessi per motivi di studio: sono state 6.007 le richieste nel 2024 .

Cristina Fava, dirigente dell’Ufficio immigrazione della polizia

Cristina Fava, dirigente dell’Ufficio immigrazione della polizia

Lo scorso anno, la polizia bolognese ha accompagnato 69 stranieri irregolari alla frontiera. Quasi il doppio rispetto al 2023, quando sui voli charter speciali erano state imbarcate, per essere rimpatriate, 38 persone. Dietro questi numeri, c’è un mondo. C’è, soprattutto, il lavoro meticoloso e costante dell’ufficio Immigrazione, guidato dalla dirigente Cristina Fava. Sono sessanta gli operatori, tra poliziotti e personale civile, che lavorano nell’ufficio di via Bovi Campeggi, "con un impegno grandissimo, perché la mole di lavoro è immensa", spiega la dirigente. E i numeri lo dimostrano. Un esempio, le richieste d’asilo: nel 2024 sono state 6523, quasi il doppio rispetto all’anno precedente (3782).

Dottoressa Fava, come si spiega questo aumento? "Bologna è una città attrattiva, perché qui l’accoglienza funziona bene. Lo dimostra anche l’aumento esponenziale delle richieste di permesso di soggiorno: siamo passati dalle circa 45mila del 2023 alle 55mila dello scorso anno. Noi facciamo il massimo per rispondere nel minor tempo possibile alle richieste dei cittadini. Ho una squadra a disposizione giovane, brava e collaborativa".

Bologna richiama anche tantissimi studenti. "Indubbiamente. Anche i permessi per studio sono raddoppiati in un anno, passando da 3238 a 6007 richieste. In sei mesi riusciamo a rilasciarli: per ottenerli i ragazzi devono dimostrare di essere domiciliati in città, iscritti all’università e avere un’assicurazione sanitaria. Decadono qualora non sostengano esami o vadano fuori corso".

Grande impegno lo richiedono anche le espulsioni, strumento che negli ultimi anni, sul fronte sicurezza, è stato utilizzato molto... "Nel 2024, anche su impulso del ministero dell’Interno, abbiamo lavorato molto sui rimpatri diretti, ossia gli accompagnamenti con volo charter alla frontiera, preferendoli ai trattenimenti nei centri per il rimpatrio. In un anno sono quasi raddoppiati. Ogni settimana partono due aerei per la Tunisia, mentre per gli altri Paesi si preparano voli mensili o bimestrali".

Qual è la ratio che permette di applicare un provvedimento piuttosto che l’altro? "L’identificazione compiuta della persona che si deve espellere. Se l’identità è dubbia, allora la persona viene accompagnata al centro per il rimpatrio, nel tempo necessario a completare gli accertamenti. Lo scorso anno sono stati 149 gli accompagnamenti ai Cpr, venti in meno rispetto all’anno prima. È stato introdotto poi anche il rimpatrio volontario assistito, uno strumento poco conosciuto".

Di cosa si tratta? "Se uno straniero irregolare acconsente a questo tipo di rimpatrio, riceve un’assistenza economica: gli vengono pagati il biglietto aereo per il paese d’origine, la prima accoglienza e il trasporto e riceve 500 euro, come aiuto per ricominciare".

Qualcuno ha usufruito di questa opportunità? "Lo scorso anno tre persone".

Vi occupate anche di minorenni stranieri non accompagnati. Sono aumentati gli arrivi nell’ultimo anno? "Curiamo l’identificazione e rilasciamo loro il permesso di soggiorno per minore età. In realtà gli arrivi, tra 2023 e 2024, sono più o meno in linea: lo scorso anno ne abbiamo gestiti 340 (il dato però non considera il mese di dicembre), quello prima 407".

Cosa succede poi, quando il permesso scade al raggiungimento dei 18 anni? E soprattutto, in caso questi ragazzi si siano resi responsabili di reati, può decadere? "Da maggiorenni fanno richiesta di conversione del permesso. Per il diniego c’è bisogno di una condanna penale, che spesso, in particolare nel campo dei minori, può avere tempi molto lunghi. Il problema è che questi ragazzi, appena maggiorenni, escono anche dai percorsi di accoglienza e se sono già entrati in contatto con ambienti criminali diventa ancora più difficile recuperarli".