ALBERTO BIONDI
Cronaca

In piazza per il ‘No Meloni Day’ a Bologna: poster imbrattati e simboli bruciati

Circa 150 studenti di Osa e Cambiare Rotta hanno manifestato in centro contro il Governo

In piazza per il ‘No Meloni Day’ a Bologna: poster imbrattati e simboli bruciati

Bologna, 16 novembre 2024 – Lancio di uova, foto imbrattate e manifesti in fiamme. Sono solo alcune delle azioni intraprese dal corteo del ‘No Meloni day’ composto da circa 150 studenti, appartenenti ai collettivi Cua e Cambiare rotta, che si è snodato da piazza Verdi a piazza San Francesco nella mattinata di venerdì. I manifestanti hanno denunciato tagli all’istruzione, emergenza abitativa e più in generale le politiche dell’esecutivo Meloni, politica estera e guerra inclusi. La prima tappa davanti alla sede dell’Ufficio scolastico regionale, lasciando alcuni scatoloni con scritte contro l’alternanza scuola-lavoro e ricordando gli studenti rimasti vittime di incidenti in azienda.

In piazza per il ‘No Meloni Day’. Poster imbrattati e simboli bruciati
Circa 150 studenti di Osa e Cambiare Rotta hanno manifestato in centro contro il Governo

Tra via Irnerio e via dell’Indipendenza poi una decina di studentesse hanno dato vita a un flash mob in mezzo all’incrocio. Le ragazze si sono tolte le magliette rimanendo in biancheria intima e sollevando un cartello con la scritta: ‘Disarmiamo il patriarcato’. L’iniziativa richiama l’atto di protesta della studentessa iraniana di qualche giorno fa, che si è spogliata in un campus universitario contro l’obbligo del velo. Ma non solo. Il flash mob è anche contro la violenza sulle donne e contro la presenza dei pro-vita nei consultori.

Altro stop di fronte alla sede di Confabitare, dove il corteo ha rivendicato alloggi e studentati popolari. Studentesse e studenti si sono poi fermati alla sede della Cgil dove sono stati imbrattati con vernice rossa i manifesti della premier Meloni e dei ministri Bernini e Valditara accusando gli esponenti del Governo di avere "le mani sporche di sangue". Il riferimento non è solo alle spese militari, ma anche all’alternanza scuola-lavoro, che gli studenti chiedono di abolire definitivamente.

In piazza per il ‘No Meloni Day’ a Bologna: poster imbrattati e simboli bruciati

L’accusa viene lanciata anche contro i sindacati. Sempre su via Marconi, sono stati dati alle fiamme volantini a tema Nato e riforma della scuola, oltre a un lancio di uova contro una filiale Intesa San Paolo. Una volta arrivato in piazza San Francesco, il corteo si è trasformato in un grande cerchio e, dopo gli interventi conclusivi, due altarini a tema riforma della scuola sono stati dati alle fiamme. Durante la manifestazione era presenta anche il candidato di sinistra radicale alle elezioni regionali, Federico Serra che lanciando un appello ha detto: "In piazza sempre al fianco degli studenti e delle studentesse contro il partito unico della guerra, del cemento e dell’alternanza scuola-lavoro. La piazza va vissuta perché siamo in uno spazio democratico". Di un altro parere gli studenti Azione Universitaria, che stigmatizzano le azioni di ieri in corteo - "fatti di una gravità inaudita", dicono - e chiedono per i manifestanti che hanno bruciato simboli e imbrattato le foto "Daspo studenteschi ed espulsione dai corsi di laurea".

Nel pomeriggio invece sono poco più di una decina gli studenti di Link, Labas e Giovani Palestinesi in piazza Verdi per "manifestare contro le logiche di profitto della guerra, all’interno della nostra università". L’obiettivo è "difendere il nostro diritto a un’istruzione degna, libera e veramente accessibile. Vogliamo contare nelle decisioni che influenzano la nostra vita e il nostro futuro" dichiara Jules Baretta, coordinatore di Link.