In Regione non si andrebbe al voto

Che cosa succederebbe alla Regione se il governatore Stefano Bonaccini decidesse – magari nella doppia veste di presidente della Regione e segretario nazionale del Pd – di dimettersi prima del 2025, anno di fine mandato, per candidarsi alle prossime elezioni Europee del 2024?

Non succederebbe nulla. O, almeno, non si ripeterebbe il copione del 2014, quando a seguito delle dimissioni del presidente Vasco Errani si andò (in novembre) a elezioni anticipate rispetto al marzo 2015, scadenza naturale del mandato.

Il motivo è una piccola modifica – approvata la scorsa estate dal consiglio regionale, all’unanimità – alla Legge regionale n. 21 del 2014 che prescrive le ‘Norme per l’elezione dell’assemblea legislativa e del presidente della giunta regionale’.

Il nuovo secondo comma dell’articolo 16 prevede infatti che la Regione possa andare al voto in una sola, ben definita e limitata ‘finestra’ temporale. "Ferma restando la vigente normativa statale in materia – si legge nel teso modificato –, le elezioni per il rinnovo degli organi elettivi hanno luogo nel periodo che intercorre tra il 15 aprile e il 15 giugno".

E in caso di cessazione anticipata della legislatura (vedi l’ipotesi di dimissioni del governatore) alla guida della Regione subentrerebbe, fino all’unica ‘finestra’ prevista per il voto, il vicepresidente in carica.

In altre parole, se Bonaccini decidesse di correre per le Europee e si dimettesse nel corso del 2024, la legislatura potrebbe andare avanti fino ad aprile-giugno 2025, praticamente fino alla scadenza naturale, con al timone l’attuale vicepresidente dem Irene Priolo.

La modifica alla Legge elettorale regionale consentirebbe quindi alla Priolo di traghettare la Regione in modo ordinato e senza troppe scosse – evitando cioè lo stress del voto anticipato – all’appuntamento elettorale.

E c’è chi legge proprio in questa prospettiva la scelta di Bonaccini di nominare sua vice, dopo l’uscita di Elly Schlein, di Coalizione civica, non un esponente di un altro partito di maggioranza, ma la Priolo, per garantire al Pd la gestione dell’ultima fase del mandato.

Luca Orsi

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