Bologna, insegnanti di sostegno non specializzati. L'allarme dei sindacati

A scuola. "L’80 per cento sarà in cattedra senza specializzazione"

Mancano gli insegnanti di sostegno

Mancano gli insegnanti di sostegno

Bologna, 19 luglio 2019 - «E’ un dramma. Con questo forte incremento di posti autorizzati, rischiamo che almeno il 70%-80% degli insegnanti di sostegno agli alunni disabili sia coperto da precari senza specializzazione». Il che significa mettere una pietra tombale non solo sulla continuità didattica (ormai una chimera) ma anche sulla qualità stessa dell’insegnamento.

E’ un codice rosso quello lanciato da Flc Cgil, Cisl e Uil Scuola sul sostegno e quindi sulla fascia di alunni più fragile. Tabelle alla mano, in Emilia Romagna si registra un incremento a doppia cifra (+28%) dei posti in deroga cioè in quota all’Ufficio scolastico regionale (Usr). C’è, infatti, una differenza, non da poco, tra quelli in organico di diritto e quelli in deroga. I primi sono calcolati dal Miur sul fabbisogno teorico. I secondi, su quello reale, studenti in carne e ossa per cui il direttore generale, Stefano Versari chiede una ‘deroga’ per assumere più insegnanti.

Sono 10.219 i prof di sostegno che saliranno in cattedra. Ben 954 in più rispetto al 2018 quando si fermarono a 9.265 (+10,3%). Quelli in quota all’Usr, schizzano da 3.395 a 4.346 (+951 pari a un +28%). Spacchettando il dato su Bologna, 2.101 i docenti 2019-2020 (+ 236), scorporando le deroghe, queste balzano da 549 a 796. Numeri regionali o provinciali, peraltro, provvisori perché, a settembre, via Castagnoli procederà a una seconda ricognizione per accogliere gli arrivi dopo l’estate.

Ma, se da un lato, Flc Cgil, Cisl e Uil Scuola plaudono all’incremento di studenti disabili («segno di una forte capacità di integrazione delle nostre scuola»), dall’altro sono molto preoccupati sul chi verrà messo in cattedra. E il grido di dolore è unanime. «Saranno quasi tutti senza specializzazione – stigmatizzano Susi Bagni (Flc Cgil), Arturo Cosentino (Cisl Scuola) e Serafino Veltri (Uil Scuola) –. Inoltre, le graduatorie sono quasi esaurite, il Miur ha autorizzato pochi posti per il Tfa (specializzazione, ndr) che, tra l’altro, è partito ora. Una goccia nel mare». Quindi? «In cattedra – rivela Veltri – saliranno docenti di terza fascia, quindi che non hanno mai insegnato o insegnato poco oppure quelli attinti dalle Mad (messa a disposizione, ndr)».

«Sono anni che denunciamo inascoltati il problema – accusa Bagni –. Si sta creando un danno gravissimo a questi studenti. Ci si riempie la bocca di belle parole sull’integrazione e poi? Questa è la realtà». Una ‘supplentite’ moltiplicata all’ennesima potenza. «Con le segreterie che daranno la caccia ai docenti, litigandosi tra di loro prima quelli con l’abilitazione e poi quelli disponibili», incalza Veltri che si chiede: «Ma a settembre saranno tutti in cattedra?». Soluzioni? Oltre ad aumentare i posti dei Tfa, ipotizzano i tre sindacalisti, tre le strade possibili: far accedere direttamente al Tfa sul sostegno i docenti con i requisiti, riformare l’intero meccanismo oppure far definire i programmi di specializzazione dagli atenei e poi mettere in cattedra i docenti che già lavorano in classe con alunni disabili.

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