Sergio Baldazzi, orafo di professione, ma famoso a Bologna anche per un altro motivo: torniamo al 16 gennaio 2024. La città a 30 all’ora era una misura sperimentale avviata già da sei mesi, ma nel giorno in cui sono entrate in vigore le sanzioni, in via Azzurra lei andava a 39 chilometri orari: è stato fermato ed è diventato il primo, storico multato. Che effetto le fa, oggi, ripensare a quel giorno?
"Mi viene da sorridere e lo trovo assurdo. Innanzitutto, perché ormai i controlli non si fanno più. Ma soprattutto perché vedo le persone sfrecciare come prima, più di prima".
Niente più multe in città?
"Macché, i clienti me lo dicono ogni giorno. E non conosco altre persone che siano state sanzionate..."
Colpirne uno per educarne cento, diceva Mao Tse-tung.
"Sono convinto che questo provvedimento morirà. I bolognesi hanno messo la Città 30 in un cassetto, ormai".
Come mai, secondo lei?
"Perché i problemi sono altri".
Quali, ad esempio?
"Con tutti questi cantieri (quelli del tram soprattutto, ndr) in auto si fanno code interminabili. Poi è cambiato il codice della strada, ci sono altre preoccupazioni: le persone pensano più all’alcol test che ai limiti".
Lei è stato fermato dai vigli in altre situazioni?
"Assolutamente no, personalmente non li ho più visti. Un anno fa la Polizia locale si appostava con un cartello e i telelaser, oggi non si vedono più. Non hanno personale sufficiente nemmeno per controllare le minime cose, figuriamoci per questi motivi. Forse, se mettessero a regime altri 200 agenti, farebbero più controlli..."
Parlava di cantieri, anche.
"Fra cinque o dieci anni, quando i lavori finiranno (sorride, ndr), vedremo che fine faranno tutti i ‘bolloni’ che hanno pitturato a terra per evidenziare il limite dei 30. Uno spreco di risorse, secondo me".
I clienti però ne parlano ancora, da quello che dice.
"Mi hanno raccontato che è in corso una raccolta firme per promuovere un referendum, un mio amico dice che ci sono diversi banchetti. Questo la dice lunga sulla situazione..."
Lei ha firmato per indire un referendum?
"Per ora no, ma come ho detto: questa è una misura che secondo me è destinata a morire. D’altronde è un provvedimento ideologico, impensabile".
Francesco Moroni