"Io, sopravvissuto alla strage di Marzabotto"

Ferruccio Laffi, 94 anni, è uno dei pochi scampati ai nazisti. La sua storia in un libro di Margherita Lollini che sarà presentato oggi

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Per sessant’anni ha convissuto coi suoi fantasmi senza condividerli con nessuno. All’inizio di ottobre del 1944 fuggì a Bologna per poi tornare a casa, a Marzabotto, solo dopo quarant’anni. Tutti i giorni dalla sua terrazza osserva la ruga del calanco che fu la sua salvezza: Ferruccio Laffi, 94 anni, è uno dei pochissimi sopravvissuti all’eccidio di Monte Sole.

Il 30 settembre di 78 anni fa aveva 16 anni, era un sabato, secondo giorno della più grave strage di civili della seconda guerra mondiale. Ma nel podere di Colulla non era ancora giunta notizia dell’inizio della mattanza, il giorno precedente. Si vendemmiò tutta la mattina e solo dopo pranzo, che vide i diciotto componenti della famiglia Laffi intorno al tavolo, alla vista dei tedeschi, per timore di un rastrellamento coi suoi due fratelli decise di fuggire e nascondersi oltre il bosco, in un anfratto dove restarono fino al tardo pomeriggio, quando il pericolo sembrava svanito. Il sole stava tramontando, da lontano la vista del fumo che saliva dal casolare. Giunti sul cortile, la scena stampata per sempre nella sua memoria dei corpi senza vita di tutti i suoi cari massacrati e sparsi davanti a casa.

Da allora il silenzio, gli incubi che ancora popolano le sue notti. Solo nel 2007 Ferruccio riuscì a rievocare quelle ore nelle aule del tribunale tribunale di La Spezia nel processo a carico dei complici di Walter Reder. Aveva 79 anni. Da allora la svolta, il racconto liberatorio e la testimonianza del suo destino di sopravvissuto narrato in decine di occasioni, raccolto ora per la prima volta in un libro uscito da pochi mesi e scritto da Margherita Lollini. ‘Io, sopravvissuto di Marzabotto. Storia di un uomo, storia di una strage’ (Longanesi) è l’esito di un lungo dialogo a cuore aperto tra un nonno e una giovane donna che potrebbe essere sua nipote.

Lei, Margherita, 37 anni, sociologa bolognese, già autrice di altri libri sul nostro Appennino, il 9 agosto sarà a fianco di Ferruccio Laffi nel centro documentale Enzo Biagi a Pianaccio di Lizzano, dove alle 17 il libro verrà presentato con Gianluca Luccarini e Fabio Franci.

"Quando conobbi Ferruccio e lo ascoltai sentii il dovere di raccogliere il suo racconto perchè tutti potessero leggere la sua storia. Attraverso di me è come se avesse donato la sua memoria a tutti. Come avrebbe fatto mio nonno, tenendoci sulle sue ginocchia", racconta l’autrice capace di dare voce in presa diretta al protagonista, ma anche di fornire un quadro chiaro del contesto della strage e della vita della gente dell’Appennino. Il tutto con prosa sicura, a tratti col ritmo del romanzo biografico, coinvolgente, ma senza fare sconti alla durezza dei fatti, al ruolo dei protagonisti e ai dettagli di una vicenda che si arricchisce di una nuova convincente narrazione.

Gabriele Mignardi

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