REDAZIONE BOLOGNA

La decisione di Comune e Regione: "Stop ai rapporti con Israele". Critico De Paz: "Scelta che divide"

Il sindaco Lepore e il governatore de Pascale: "Una presa di posizione contro il governo Netanyahu". Replica del presidente della comunità ebraica: "Pronti a incontrarli, ma le istituzioni devono unire".

Regione e Comune interrompono le relazioni istituzionali con il governo di Israele. Il governatore Michele de Pascale, infatti, ha invitato membri di giunta e dirigenti a interrompere i rapporti "anche con tutti i soggetti riconducibili al governo che non siano apertamente e dichiaratamente motivati dalla volontà di porre fine al massacro in corso, fino a che il rispetto del diritto internazionale non venga ripristinato". E lo stesso ha fatto il sindaco Matteo Lepore. "A fronte delle gravissime violenze in atto contro il popolo palestinese nella Striscia di Gaza, Cisgiordania e resto della Palestina, in considerazione anche del procedimento avviato dalla Corte Penale Internazionale nei confronti del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu per crimini di guerra e crimini contro l’umanità – spiega –, chiedo alle strutture del Comune di Bologna di interrompere ogni forma di relazione istituzionale con i rappresentanti del suddetto Governo". Il tutto "fino a che il rispetto del diritto internazionale non venga ripristinato", aggiunge. In particolare, prosegue Lepore, "questa posizione è assunta nei confronti dell’attuale Governo israeliano, non del popolo israeliano, né tanto meno delle persone di religione ebraica e delle comunità ebraiche presenti a Bologna, da sempre protagoniste del dialogo interreligioso e dell’impegno contro ogni forma di violenza. Così come il nostro Comune, coerente con i valori della Costituzione Repubblicana, contrasta ogni forma di antisemitismo, razzismo e discriminazione, ovunque esse si manifestino. Ciascuno di noi – argomenta ancora – è chiamato a fare quanto è nelle proprie possibilità, nel pieno rispetto delle leggi e delle competenze costituzionali, per contribuire a fermare le violenze in corso".

La replica di Daniele De Paz, presidente della Comunità ebraica di Bologna, non si è fatta attendere. "Faccio due premesse. La prima: gli ebrei italiani hanno diritto di contestare il proprio governo nella misura in cui si tratta di quello italiano, visto che non hanno passaporto israeliano. La seconda: la comunità ebraica bolognese, fatto salvo che gli ebrei in Italia hanno diversificate posizioni su questo conflitto, non deve prendere posizione, ma fare sintesi e assicurare che la posizione di ogni ebreo o cittadino italiano possa essere rappresentata non in forma divisiva, ma che punti all’unità". Detto ciò, "de Pascale mi aveva avvisato della sua dichiarzione e lo incontrerò presto, così come incontrerò Lepore, magari insieme a Zuppi e Lafram. Però devo osservare che la posizione espressa dal suo comunicato è molto delicata e pericolosa", continua De Paz. "Come può essere interpretato dagli israeliani il voler interrompere i rapporti con Israele, cosa che nemmeno con la Russia è stata fatta? Le dichiarazioni di de Pascale e Lepore sono in buona fede, ma le istituzioni italiane devono usare parole per spegnere il fuoco dell’odio, non per fomentarlo", continua De Paz. E queste, è il succo del ragionamento, non lo sono. "Questa guerra ha portato il male assoluto, ma non solo a Gaza: dal 2023 sono stati sparati 40.000 missili su Israele, e il 70% di chi vive là è contro le azioni belliche, dopo il 7 ottobre, tutti volevano. Israele è in guerra, è sotto attacco, non possiamo dimenticarlo", chiude De Paz.

a.bo.

il Comune sbandiera come un trionfo un incremento di nuovi posti auto ridicolo. 308 stalli complessivi sono ridicoli. Ma nella logica di deprimere il traffico privato creando difficoltà e restrizioni,