Lepore, metà mandato. Faro su grandi opere, mobilità ed eventi: il primo bilancio

Luci e ombre dei provvedimenti dell’amministrazione comunale. Dalla Città 30 alla Garisenda, dal Modernissimo ai cantieroni.

Matteo Lepore

Matteo Lepore

Bologna, 12 marzo 2024 – "Puoi sollevare un masso senza essere preparato al serpente che verrà rivelato". Nel film ‘Oppenheimer’, sette Oscar l’altra notte tra cui quello al ‘miglior film’, il fisico danese Niels Bohr pronuncia questa frase legata alla corsa all’energia atomica. Frase evocativa su tutte le conseguenze di un passo del genere, anche rappresentate dal ’serpente’ governativo in agguato. Abbandonando ovviamente parallelismi con la Genesi e la fisica quantistica, quel ‘masso’ a Bologna potrebbe essere rappresentato dall’immobilismo di decenni, soprattutto infrastrutturale. A due anni e mezzo dall’inizio del suo primo mandato, come valutare l’ambizione di Matteo Lepore, concentrato sul raggiungere pienamente la discontinuità rispetto a Virginio Merola dribblando il serpente del dissenso? La carne al fuoco messa dal sindaco è così tanta che bisogna, per forza, fare ordine. E sì, tirare una somma parziale, ma indicativa.

Semaforo verde

Partendo dalle cose che hanno funzionato, alcune appartengono agli ultimi mesi. Il cinema Modernissimo, restituito con la Cineteca alla città e al mondo, è un match point risolto con un ‘ace’ alla finale di Wimbledon. Non a caso, Lepore già lo sta usando per ospitare chi conta. A proposito di tennis, i grandi eventi sportivi che stanno ri-elettrizzando la città e il circondario sono un’altra medaglia da condividere con la Regione. Coppa Davis profetica, arriva il Tour de France. Bologna è cresciuta. Indovinata – finalmente – la svolta sulle linee di bus notturne, i cittadini presto vedranno anche dei pedibus per un buio gentile. C’è lo zampino della vicesindaca Emily Clancy. Con tratti politici, e sensata, la svolta sulla sospensione dei voli notturni al Marconi, il rumore sul lato Est è calato, mentre sempre alla politica Lepore deve un’altra tacca. A livello nazionale l’allure è aumentata, dentro al Pd la scelta di appoggiare la vittoriosa Elly Schlein al congresso ha pagato. Appuntamento alla prossima fiche da giocare.

Luce gialla

Sfogliando la ‘Grande Bologna’, le linee di mandato presentate da Lepore a inizio 2022, qualcosa lampeggia. L’11 ottobre dell’anno scorso il Carlino apriva la crisi della Garisenda: c’è un rischio crollo, il governo mette 5 milioni di euro. Lepore è stato reattivo nel trasformare l’apnea in una fortunata raccolta fondi, ma i riflessi ai malanni della torre sono stati tardivi.

In ‘giallo’ anche la Città 30, incombe l’effetto bolla di sapone. Multe pochissime e si fa fatica oggi a vedere auto che vanno ai 30, dopo le iniziali ansie. La misura è in vigore oppure no? Ah, in estate arrivano cinque velox. Altro capitolo doloroso, sul quale Lepore si giocherà la rielezione, sono i cantieri. Il tram sta correndo, bisogna ancora sventrare Corticella per la Verde entro il 2026, e tra poco verrà sventrato il centro. I disagi già si fanno sentire. Il Passante in queste ore è in mano ad altri, ma anche lì quando piombieranno le ruspe bisognerà armarsi di capacità comunicative altre. Le Besta insegnano, le tattiche partecipative stanno prestando il fianco a critiche non banali da parte dei cittadini. Altra spina è quella dello stadio, un Dall’Ara da ammodernare e tutta la viabilità da ripensare in un’area super-abitata della città. I mesi passano. Assieme ai cantieri del tram e del Passante, sul bancone c’è un cocktail oggi dal sapore indefinito, contorniato dal caos.

Infine il recupero delle ex caserme. Bene i propositi, come l’ex Stamoto e la Sani coinvolta nella rivoluzione del ‘Tek’, ma sulla Cittadella giudiziaria alla Staveco è nebbia fitta.

Ombre rosse

Sparuti dubbi sul punto da cui partire. I parcheggi sono pochissimi, e anche se il sindaco punta dichiaratamente a invogliare i bolognesi a lasciare la macchina in garage (o a venderla), dopo l’arrivo del tram, in questi anni la gestione infrastrutturale di questo problema resta irricevibile. Glissando sul fantomatico aumento di posti auto alla Staveco, giudicando inoltre insufficiente il piccolo intervento sotto piazza Roosevelt, si attendono i capolinea del tram. Per ora, non ci siamo. Sempre restando sul pianeta mobilità, da bocciatura i ritardi sul rifacimento del Pontelungo, intervento che ancora spacca in due la città, e Comune dietro la lavagna sull’improvvisa pedonalizzazione di via de’ Carbonesi nei weekend. Misura nonsense sulla quale Matteo Lepore ha dovuto fare dietrofront. Complessa la situazione, invece, del piano casa. Oggi, il principale problema della città è l’abitare e dopo due anni e mezzo non è cambiato nulla. Il Comune è molto ambizioso e ha varato un mega piano: 10mila alloggi in 10 anni, 200 milioni di investimento, lo ‘Sfitto Zero’ con ristrutturazione di 600 alloggi di edilizia residenziale pubblica, una rivoluzione al Lazzaretto. Tanta, tanta roba. Serve l’aiuto della legislazione nazionale e quello delle imprese, Lepore l’ha ripetuto. Oggi però il vulnus è enorme, è la sfida delle sfide. Chiudiamo con la sicurezza e la movida, eterno problema eternamente irrisolto. Su piazza Aldrovandi (gli street host) si sta lavorando, ma la sensazione è che si vada a passo d’uomo. Il Piano della Notte è articolato, ma le varie zone del divertimento rimangono ancora slegate, e resta una percezione latente di insicurezza, con lo spaccio che si è spostato sotto la Garisenda. Anche qui, i cittadini chiedono un colpo di coda.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro