L’importanza della memoria storica: quando i migranti sfruttati eravamo noi

Il ricordo di una nonna che nascondeva gli ebrei è stato d’ispirazione per un progetto di accoglienza dei migranti: la memoria storica è fondamentale per mantenere viva la nostra umanità. Ci ha impressionato sapere che tra il 1900 e il 1914 il 20% degli italiani emigrò in America: spinti dalla povertà estrema, affrontavano un viaggio lungo e pericoloso che li portava spesso alla morte, come accade oggi ai migranti che attraversano il Mediterraneo. Anche da Budrio i flussi migratori furono enormi: i contadini scappavano dalla fame che opprimeva le nostre campagne. L’anno che vide l’abolizione della schiavitù in Brasile, il 1888, fu quello di massima emigrazione dall’Emilia. Chi andava in Brasile sostituiva gli schiavi ed era trattato un po’ come loro. Oggi le cose non sembrano cambiate: i migranti africani vengono sfruttati pesantemente. Anche il razzismo ci è sembrato molto simile a quello che gli italiani subivano: chiusi nei ghetti, considerati sporchi e criminali. Eppure, hanno contribuito alla crescita economica di questi Paesi, proprio come i migranti di oggi fanno crescere l’economia dei Paesi europei.

Classe 3C: Akl, Drudi, Fiore, Minnucci, Stefan, Rotondaro

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