L’incredibile storia di Isotta Zerri, la ’signora dei cappelli’

Alle 21 proiezione del docufilm sulla vita della bolognese amata da Dior e Chanel, che non lasciò mai la città

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Il suo atelier era in via Santo Stefano 9 e si affacciava elegantemente sulla piazza. E da lì non volle mai andarsene, rifiutando l’invito di trasferirsi a Parigi ricevuto da Christian Dior, per cui realizzò i suoi splendidi cappelli, come fece per Coco Chanel. Isotta Zerri, nata nel 1913, è stata una bolognese innamorata della buia Bologna, certamente preferita alla luminosa Paris. E nel 2013 la stilista Lavinia Turra le dedicò una mostra all’Abc, un tributo a una maestra di stile che diede l’idea al regista Paolo ’Fiore’ Angelini di un piccolo documentario, tanto era affascinante questa storia. Una trama da serie televisiva: chissà se qualcuno la farà mai. E stasera è l’occasione per vedere nuovamente il film ’Appunti per un film su Isotta Zerri’, alle 21 al Teatro dell’Abc, nell’ex Cinema di Porta Castiglione con il regista, Lavinia Turra e Dana Jaunker.

Angelini, come è nato questo film?

"E’ nato dalla mostra del 2013 che Lavinia volle fare, per ricordare questa incredibile modista, che lei ebbe la fortuna di conoscere. La moda fa era cambiata e il cappello non era più un dettaglio così centrale. Inoltre la Zerri aveva avuto una storia particolare, piena di colpi di scena, tanto che mi venne l’idea del film".

Che materiale la racconta?

"Ho parlato con i figli, Gloria e Gianluca, con una persona che lavorava con la Zerri e con Lavinia, la cui nonna era cliente della boutique in piazza Santo Stefano. Ho utilizzato fotografie e filmati, si vedono molti suoi lavori, cappelli ritrovati nei documenti dell’alta moda francese. E naturalmente sono venute fuori le narrazioni sulle donne che indossarono i suoi cappelli".

Chi furono?

"Teste celebri del Ventennio, da Edda Ciano a Rachele Mussolini, e poi star del cinema come Grace Kelly e Gina Lollobrigida. Isotta fu una donna avventurosa, ma legata al territorio, perché, nonostante gli inviti di Dior e una collezione realizzata per lui, volle rimanere qui".

b. c.

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