Migranti, scontro Lepore-Bignami: "Campagna elettorale sui profughi": "Il sindaco fornisce dati fasulli"

Il botta e risposta tra il primo cittadino e il vice ministro ai Trasporti sugli arrivi da Lampedusa. Per il dem i Cpr "provano l’impossibilità dei rimpatri", per l’onorevole FdI "sono un deterrente alle partenze".

Migranti, scontro Lepore-Bignami: "Campagna elettorale sui profughi": "Il sindaco fornisce dati fasulli"

Migranti, scontro Lepore-Bignami: "Campagna elettorale sui profughi": "Il sindaco fornisce dati fasulli"

Gli arrivi quasi quotidiani di migranti e la loro gestione sul territorio continuano a essere il fulcro dell’agone politico. E ieri, di nuovo, ad Agorà su Rai3 il sindaco Matteo Lepore e il vice ministro ai Trasporti Galeazzo Bignami si sono scontrati su questo terreno caldo. Per Lepore, Giorgia Meloni "avoca la gestione dei migranti e apre dei Cpr che sono la dimostrazione che i rimpatri non si possono fare perché si allunga a 18 mesi la permanenza in finti centri di trattenimento e accoglienza che in realtà sono carceri". Il primo cittadino insiste sul fatto che si vuole far diventare la questione un problema di ordine pubblico: "Si mette in pasto alla campagna elettorale per le europee" il tema migranti, "sulla pelle e la vita delle persone". Al che Bignami ribatte che l’Emilia-Romagna, "di cui Bologna è capoluogo", non ha firmato lo stato di emergenza sui migranti deciso dall’Esecutivo per "ragioni ideologiche", solo che questo ha comportato di rinunciare "ad adottare strumenti per una gestione più fluida di una emergenza che riconoscono tutti". Semmai è con i prefetti che si è ‘rotto’ qualcosa, controbatte Lepore, dicendo che non dovrebbe servire un accordo tra Viminale e Prefetture, eppure l’altro giorno a Bologna "sono arrivate 90 persone e non si sapeva chi fossero, se donne, bambini, nuclei familiari...". In più, il decreto Cutro "ci ha impedito di usare i posti liberi nell’accoglienza comunale per motivi ideologici dato che si pensa che, a meno che non si sia vulnerabili, fuggire dal proprio paese sia una colpa".

E Bignami non arretra: perché non ci sono spiegazioni sulla mancata firma dello stato di emergenza e perché si devono "dire le cose come stanno. Ad esempio quando si annunciano 800 migranti, cosa per la quale anche io mi sono preoccupato e informato, che poi diventano 70... o si lancia l’allarme per le tendopoli che non sono state aperte", se non per prevedere posti per chi non era nei centri. Ma per Lepore "il Governo ci deve mettere nelle condizioni di poter accogliere, invece non fa entrare nelle accoglienze, non condivide i dati con sindaci e Regioni... e dovremmo anche dire ‘prego, accomodatevi, grazie’?". Bignami insiste: sull’accoglienza, firmando lo stato di emergenza, si potevano derogare le norme e avere più mezzi, "come hanno fatto 17 Regioni d’Italia". "Noi accogliamo e diamo una grossa mano al Governo e Bignami fa propaganda", commenta Lepore. "Ah, già: Lepore ha scritto a Meloni non per lamentarsi dei migranti, ma per dire che io faccio banchetti", osserva il viceministro, riferendosi alla stoccata del sindaco contro il centrodestra che "sobilla i cittadini" sull’accoglienza dei migranti. Sui Cpr, infine, la controreplica di Bignami: "Lo insegnano al primo anno di studi sul diritto che dire che chi viene qua deve sapere che può essere trattenuto fino a 18 mesi ha una funzione deterrente".

red. cro.

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