"Noi, bloccati in casa in attesa dei tamponi Un incubo prenotare il test di guarigione"

Le storie di chi si lamenta per i ritardi e non può tornare al lavoro e neppure far andare i bambini di nuovo a scuola. Camanzi (Fimmg): "Daremo una mano al Dipartimento di sanità pubblica inviando schede con i contatti stretti dei positivi"

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di Donatella Barbetta

Chiusi a casa in attesa di un tampone o di un certificato di guarigione. È l’incubo che stanno vivendo centinaia di persone venute a contatto con il Covid. Attualmente, per molti il problema più sentito è liberarsi dall’isolamento o dalla quarantena: senza la necessaria documentazione, gli adulti non possono tornare al lavoro e i bambini a scuola. Superato il momento delicato della diagnosi di positività, chi ha sintomi leggeri come raffreddore, un po’ di tosse e febbre non elevata, si cura in casa, nella speranza di tornare velocemente in forma. Ma quando sta bene, ecco l’ostacolo insormontabile: sottoporsi velocemente al tampone che attesti l’esito negativo.

"Quando il mio medico ha richiesto il primo test ho atteso sei giorni per poterlo effettuare all’ospedale di Budrio – attacca Elena, 38 anni – e poi in 48 ore ho avuto la risposta. Ma non immaginavo che la situazione si sarebbe complicata andando avanti. A dieci giorni dal tampone, ho ricontattato allora il mio medico e – visto che l’unico sintomo rimasto era la perdita di gusto e olfatto – mi è stato spiegato che avrei dovuto attendere la chiamata dell’Igiene pubblica per il secondo tampone. Dopo cinque giorni, però, non avevo ricevuto alcuna telefonata e ho dovuto di nuovo ’inseguire’ il mio medico curante, che ha preparato una richiesta di guarigione per l’Ausl. Finalmente, a una settimana dall’esito, sono stata chiamata dall’Igiene pubblica: solo in quel momento mi è stato chiesto chi vive con me, tra l’altro mio marito è risultato positivo, mentre nostra figlia di 9 mesi è negativa. Per la bimba avevo risolto rivolgendomi alla pediatra, che le aveva prenotato il tampone in soli due giorni. Alla fine, io riuscirò ad andare al drive through della Fiera per il test di guarigione giovedì (domani, ndr), dopo essere rimasta chiusa in casa dal 28 ottobre e guarita già da giorni. Mio marito, invece, che ha avuto sintomi più pesanti, è ancora nella fase dei 21 giorni di isolamento, però ha già la prenotazione del terzo tampone per il 23".

Complicata anche la storia di Giovanni, 39 anni. "Mi è venuta la febbre il 29 ottobre e il 2 novembre ho fatto il tampone richiesto dal mio medico. Il 4 ho avuto l’esito della positività, sono guarito in pochi giorni, ma sono ancora bloccato a casa insieme a mia moglie, definita paucisintomatica, e a mia figlia di 3 anni che non si è ammalata. Ma fino a ieri non riuscivo a prenotare il tampone di guarigione, anche se il mio medico aveva inviato una lettera all’Ausl. Mi è stato detto che, nel mio caso, c’era stato un problema informatico. Poi, per fortuna la situazione si è sbloccata domani (oggi, ndr) riusciremo ad andare tutti e tre a fare il tampone alla Fiera. Da giovedì mia figlia potrebbe tornare a scuola, ma chi l’accompagnerà se noi non potremo ancora uscire?". Domanda che si fa anche un altro padre che ha vissuto più o meno lo stesso percorso.

Intanto, ieri Luigi Bagnoli, dal prossimo anno alla guida dell’Ordine dei medici, non ha avuto problemi: "Ho prenotato cinque tamponi diagnostici che saranno eseguiti nel giro di 24 ore".

"Daremo un sostegno al Dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl attualmente in affanno – anticipa Maurizio Camanzi, segretario provinciale della Fimmg, al termine di un incontro con l’Azienda sanitaria –. Faremo così: quando i medici di famiglia inviano la richiesta di tampone diagnostico, segnaleranno anche i contatti stretti familiari asintomatici con i riferimenti per poterli rintracciare facilmente. Inoltre, potremo anche inviare con qualche giorno di anticipo la richiesta del tampone di guarigione, quando i sintomi sono cessati da almeno 10 giorni, in modo che l’Ausl possa avere più tempo per prenotare il test. E quando si arriverà all’accordo per i tamponi rapidi, noi e i pediatri li faremo ai contatti stretti asintomatici".

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