Uccisa a San Pietro in Casale, lo sgomento dei genitori

Omicidio in albergo, il padre di Barbara Fontana: "Non era una escort"

Omicidio di San Pietro in Casale, i carabinieri all’ingresso dell’hotel (Schicchi)

Omicidio di San Pietro in Casale, i carabinieri all’ingresso dell’hotel (Schicchi)

San Pietro in Casale (Bologna), 6 agosto 2016 - L’arrivo su una Citroen station wagon alla caserma dei carabinieri di San Pietro in Casale. Scendono dall’auto il padre della donna uccisa, la madre e la migliore amica. Si tengono per mano per farsi coraggio. Pochi passi, e un uomo mostra loro sul cellulare la notizia pubblicata su un sito web. Le prime righe aggiungono disperazione allo strazio.

Non era un’escort. Prima di scrivere certe cose avrebbero dovuto parlare con me, che sono il padre”. Con un filo di voce, gli occhi bassi e gonfi di lacrime che non vogliono scendere, l’uomo, un pensionato, viene travolto da una tragedia più grande di lui. La madre senza parole, ammutolita, sta in disparte. L’amica della donna uccisa ripete tenendosi la testa fra le mani: “Non era una prostituta. È assolutamente falso”. Il padre è fuori di sé: “Che cosa è accaduto? Devono ancora prenderlo? Non mi restituirà mia figlia, ma spero che lo arrestino”.

Un giovane, forse un parente, cerca di rincuorarli: “Ascoltiamo prima cosa hanno da dire i carabinieri. Stiamo calmi”. Il signore che ha mostrato le notizie sul web alla famiglia, non sa cosa dire. Pensava che i genitori sapessero già tutto. “Mi scuso pensavo di avervi mostrato cosa già risapute”, sottolinea mortificato. La migliore amica è incredula: “Ci hanno parlato delle 18 del pomeriggio. È impossibile che si sappia già tutto”.

Il padre si aggrappa al cancello della caserma e suona al campanello. Ma prima ripete a se stesso: “Coltellate. Come è possibile? Coltellate a ma figlia. Non può essere la verità”. Poco prima dei genitori era entrata in caserma un’altra ragazza. Mora con i capelli raccolti racconta di lavorare nell’albergo: “Ho visto scappare l’uomo con la macchina. Non posso dire altro, mi hanno chiamato i carabinieri, vogliono sentirmi”, e varca il cancello.

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