GIULIA MASTRODONATO
Cronaca

Patrick Zaki: in cosa si è laureato e quanto conosce l’italiano

Studente e attivista per i diritti umani, non piaceva al governo egiziano. Ecco cosa studia, quanto sa l’italiano e perché lo hanno arrestato

Bologna, 30 luglio 2023 – Arrestato il 7 febbraio 2020 in Egitto e tenuto sotto processo fino al 19 luglio 2023, lo studente dell’università di Bologna Patrick Zaki è finalmente libero ed è ritornato in Italia, dove resterà per partecipare ai festeggiamenti in suo onore questa domenica. Tornerà poi nel suo paese natale in vista del suo matrimonio

Patrick Zaki alla festa di piazza organizzata per lui a Bologna
Patrick Zaki alla festa di piazza organizzata per lui a Bologna

Attivista egiziano per i diritti umani e laureato con 110 e lode in videocollegamento a Bologna, l’intera città si è stretta a lui in questi anni passati tra carceri e aule di tribunale, lottando perché venisse assolto dai vari capi di accusa che pendevano su di lui. 

Il giovane studente è malvoluto dal governo egiziano per le tematiche affrontate nei suoi studi e per il suo attivismo sociale, ma adesso si trova anche al centro di tensioni nazionali per il rifiuto dell’aereo di stato e il non saper parlare italiano

Proprio nelle ultime ore la Lega ha mosso una provocazione sulla conoscenza linguistica del ragazzo, che pare essere di vitale importanza, dicendo “regalategli un corso di italiano”.

In cosa si è laureato

Dopo aver iniziato un percorso universitario in ambito scientifico, il suo interesse per la letteratura e l’uguaglianza lo ha portato a iscriversi al master europeo Gemma in Women's and gender studies - studi di genere e delle donne, programma di studio di due anni divisi in due delle università partner del progetto.

Patrick ha trascorso il primo anno all’università di Granada, in Spagna, e il secondo proprio a Bologna, dove ha scelto di rimanere per condurre la sua ricerca con la professoressa MonticelliPrima di ricevere la grazia, il giovane attivista aveva discusso la sua tesi di laurea ‘Media for and against public engagement’ in collegamento dal Cairo.

Lo scopo del Gemma è quello di formare esperti nelle tematiche dell’inclusività e della parità di genere, per costruire una società in cui uomini e donne possano essere pari e con libera espressione. Argomenti, questi, che non vanno d’accordo con la corrente politica del governo egiziano di Al-Sisi, che infatti aveva accusato Zaki di fare ‘propaganda terroristica’.

Perché è stato condannato

I motivi per cui Zaki è stato a lungo sotto processo sono poco chiari, principalmente perché legati al suo operato come attivista dei diritti umani e ai suoi studi universitari. 

La condanna ufficiale è avvenuta per false accuse sul governo, ma gli altri capi d’accusa negli anni sono stati: minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento alle proteste illegali, sovversione e propaganda per il terrorismo.

Mentre era ancora in Egitto, Patrick faceva parte della Egyptian initiative for personal rights, un’associazione che si occupava di denunciare le violazioni dei diritti umani da parte delle autorità egiziane che, da quando Al-Sisi è salito al potere, hanno aumentato gli arresti e le sparizioni.

Zaki è stato infatti solo uno dei tanti cittadini che sono stati incarcerati in prigioni di massima sicurezza per aver espresso opinioni sul governo, e poi sono stati dati per scomparsi. Tra le persone morte per cause ambigue si ricorda anche Giulio Regeni, giovane ricercatore italiano torturato e ucciso in Egitto, per cui ancora si chiede giustizia.

Patrick Zaki e l’italiano

Essendo nato in Egitto e avendo passato solo un anno in Italia, Patrick Zaki non ha ancora imparato l’italiano alla perfezione. Scrive e parla principalmente in inglese, lingua usata anche nella scrittura della sua tesi di master. 

Le sue intenzioni sono quelle di studiare la nostra lingua e già abbiamo avuto qualche assaggio del suo impegno quando è atterrato a Milano, “sono contento di essere in Italia, ci vediamo a Bologna”, e poi durante la cerimonia di consegna del certificato di laurea.

"Finalmente sono qui, questo è un sogno che si avvera” così ha esordito Patrick, in un discorso letto con difficoltà ma senza imbarazzo. Ha poi continuato con “penso che non ci siano parole in nessuna lingua per descrivere come mi sento”, a riprova del suo legame con la città che lo ha accolto e in cui non vede l’ora di abitare.

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