PAOLO ROSATO
Cronaca

Pd, nervi tesi in Direzione. Tosiani: "Ricucire"

Aitini diserta l’assise. Paruolo contro Lepore: "Candidatura calata dall’alto". Passo indietro di Lombardo: "Così rischiamo di perdere"

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di Paolo Rosato

Gli si è sfaldata in mano, al Pd, la delicatissima creta da modellare per scegliere il candidato per Palazzo d’Accursio. Fase iniziata sotto l’ombrellone alla fine della prima ondata del Covid e ancora senza un chiaro punto d’arrivo in piena terza ondata, a tavola c’è la colomba pasquale.

E gli si è sfaldata in mano proprio nel giorno di quella Direzione che doveva essere più o meno decisiva. Ma che decisiva non è stata: nel giorno in cui il segretario Luigi Tosiani ha preso ulteriore tempo per arrivare all’unità mettendo temporaneamente in freezer le primarie, l’assessore Alberto Aitini – che si candida – non ha partecipato alla Direzione perché colpito e fortemente amareggiato dalle parole del sindaco Virginio Merola, che nella chat di giunta ha attaccato Aitini e il collega Conte ("Porcate sleali da chi usa il lavoro dell’amministrazione per i suoi fini elettorali") mandando in tilt tutto il partito. La decisione di Aitini è stata netta (nemmeno i suoi hanno partecipato ai lavori in videoconferenza, in totale circa 130 gli esponenti dem collegati), uno strappo che ha spiazzato la serata. Un messaggio ai naviganti che chiama direttamente in causa il segretario dem: "Ho chiesto al segretario Tosiani di intervenire, sia nel corso della segreteria provinciale sia pubblicamente, per prendere posizione in seguito alle notizie emerse sulle parole che mi sono state indirizzate dal sindaco Merola", ha detto Aitini. Intervento che non c’è stato, l’assessore lo rimarca: "Mi aspettavo che il segretario si sentisse in dovere di intervenire per difendere il mio diritto di rappresentare le idee di migliaia di cittadini bolognesi senza condizionamenti – ha detto l’assessore –. Non è mai venuta meno e mai verrà meno la mia lealtà al sindaco Merola e all’operato del Comune. Mi chiedo tuttavia per quale motivo ad alcuni sia consentito da tempo fare campagna elettorale, a volte anche in contrapposizione alle indicazioni del sindaco, senza che ci sia alcuna obiezione. Il mio impegno per la Bologna attuale e futura va avanti con ancora più determinazione".

Tosiani, in apertura di Direzione, non ha citato lo scontro Merola-Aitini, dichiarando che le prossime settimane saranno decisive e ufficializzando de facto che ci saranno gli ultimi tentativi per convincere Aitini a mettersi d’accordo con Lepore. "La coperta ha bisogno di essere cucita e non strappata – ha dichiarato Tosiani, che ieri ha anche lanciato il cantiere del programma con i sindaci metropolitani –. Le disponibilità in campo sono un grande valore e se non dovessimo riuscire a costruire ora un’unità lo faremo a valle, anche attraverso le primarie. Che sono una grande occasione democratica se parlano di come vogliamo Bologna. E non se sono una mera discussione interna al Pd". Sullo stesso solco l’intervento di Matteo Lepore, che ha ribadito la sua disponibilità a correre come candidato sindaco: "Uniamo per scrollarci di dosso le correnti – ha detto Lepore –. Che ci sia un ripensamento legittimo di alcuni sulle primarie è una cosa buona, e ringrazio Aitini per la disponibilità. Ma primarie a una condizione: che non ci siano divisioni sul futuro di Bologna. Se ci fosse anche solo una parvenza di conta interna i bolognesi lo capirebbero e ci volterebbero le spalle". Per Lepore tra gli altri si è espresso Andrea De Maria, mentre Francesca Puglisi ha richiamato tutti all’unità. A supporto di Aitini invece l’intervento di Giuseppe Paruolo, che ha criticato duramente "l’ipocrisia" di alcuni compagni di partito. "Da anni tutti sanno che Lepore è il candidato predestinato a succedere a Merola. Non vorrei che Virginio rimanesse l’unico nostro sindaco a non essere calato dall’alto. Lepore non garantisce sufficiente indipendenza da alcuni mondi economici e gli appelli pelosi all’unità su di lui suonano oggi stonati e ipocriti". L’assessore Marco Lombardo si è invece chiamato fuori, con un richiamo: "Corriamo il rischio di perdere le elezioni per vincere le primarie – la picconata di Lombardo, che ha ricordato la Caporetto del Pd nel 1999 –. Ho chiesto al Pd di definire una coalizione ampia e ancora oggi a distanza di mesi registro come non ci sia un programma di governo, né una coalizione. Intanto cattolici e moderati li stiamo consegnando agli avversari e la sinistra ci guarda con diffidenza".

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