Bologna, manichino appeso a testa in giù: Digos al lavoro

Video e foto per trovare i colpevoli. In corteo 200 persone, nel mirino gli organizzatori: caccia anche a chi ha imbrattato l’ex Monte di pietà

Bologna, 12 novembre 2022 - Erano almeno 200, forse di più, ma gli organizzatori sono una manciata e quelli che, calzamaglia in testa, si sono arrampicati sul cantiere sotto alla Garisenda per calare il manichino appeso a testa in giù riconducibile al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, un paio. Poi ci sono quelli che hanno imbrattato e forse permanentemente danneggiato l’ingresso del supermercato all’ex Monte di pietà, edificio storico di via Indipendenza. Su questi stanno ora indagando Digos e Questura: appena avranno identificato con certezza gli organizzatori della manifestazione non autorizzata e gli autori materiali dello sfregio alla premier e del getto di vernice rosa su ’Sapori e dintorni’, si procederà a inviare l’informativa in Procura, che aprirà il fascicolo contro di loro.

Il manichino con la parrucca bionda appeso a testa in giù a Bologna
Il manichino con la parrucca bionda appeso a testa in giù a Bologna

Si parla naturalmente della manifestazione non autorizzata dei collettivi Cua, Laboratorio Cybilla e Split, giovedì sera: un corteo partito da piazza Verdi attorno alle 18 che ha attraversato due volte la città, fino alle 21 circa, quando i partecipanti si sono infine fermati a ballare in via Zamboni. Gran parte dei membri dei collettivi sono ben noti alle forze dell’ordine, ma attribuire le rispettive responsabilità a ciascuno con sicurezza non è semplice, dato che molti di loro, al momento delle azioni contestate, avevano i volti travisati da cappucci, maschere e passamontagna.

A questo scopo, gli inquirenti stanno vagliando con attenzione tutti i video e le foto pubblicate online, ma anche le telecamere e il materiale raccolto dagli agenti sul posto al momento del corteo. Presumibili i reati contestati: imbrattamento o più probabilmente danneggiamento per il supermercato, offesa a corpo politico per il fantoccio di Meloni. Oltre alla violazione del mancato preavviso al Questore della manifestazione.

L'imbrattamento all'ingresso del supermercato
L'imbrattamento all'ingresso del supermercato

Il corteo, ’cugino’ di quello che il 22 ottobre occupò la tangenziale, sebbene non autorizzato era noto alle forze dell’ordine perché annunciato su diversi canali social, è stato seguito dalla polizia per tutto il tempo. Gli agenti, infatti, hanno fatto immediatamente togliere il fantoccio pochi istanti dopo la sua installazione, che è durata pochi minuti. Ma non sono riusciti a intervenire per bloccare la spruzzata di vernice contro l’ex Monte di pietà, dato che il cordone di manifestanti avrebbe fatto da scudo al gruppetto che ha materialmente lanciato la tinta rosa sull’ingresso del negozio, impedendo alla polizia di intervenire.

In ogni caso, non sembra che gli episodi di ieri abbiano esaurito la verve degli antagonisti. Le ragazze di Cybilla, oltre a rivendicare in un comunicato il fatto che sia "stato appeso a testa in giù un manichino rappresentante Giorgia Meloni, una figura che insieme al suo entourage è ora più che mai simbolo dell’attacco alla nostra possibilità di autodeterminazione" anticipano anche che "la prossima volta saremo ancora di più: ci vediamo in piazza il 24 novembre all’inaugurazione del supercomputer Leonardo al tecnopolo. Ci saremo a dare il ’benvenuto’ a Giorgia Meloni e al nuovo governo!".

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