FRANCESCO PANDOLFI
Cronaca

Rave in piazza Aldrovandi, l’ira dei residenti: "Un sabba infernale"

Loris Folegatti, consigliere circoscrizionale del Santo Stefano, ha scritto una lettera dai toni infuocati al sindaco

La festa organizzata sabato notte dal Cua

La festa organizzata sabato notte dal Cua

Bologna, 19 settembre 2016 - Musica a tutto volume, schiamazzi e alcolici venduti come se nulla fosse, in barba a ogni tipo di ordinanza. L’ennesima nottata di follia in zona universitaria, firmata dal Cua, con la complicità del Cas, va in scena in via Petroni e piazza Aldrovandi. Una festa hip hop, organizzata da giorni e annunciata ieri proprio sulla pagina Facebook del Collettivo universitario autonomo, che aveva raccolto in poche ore 106 sottoscrizioni. Nonostante le lezioni non siano ancora cominciate, quindi, i residenti della zona universitaria si trovano già a fare i conti con il ritorno degli antagonisti. Chi è stato costretto a ‘partecipare’ alla festa, cioè i residenti che si sono dovuti sorbire ore di musica assordante, raccontano di un vero e proprio rave party a cielo aperto, con tanto di dj set e bar itinerante, ragazzi schiacciati tra le transenne di piazza Aldrovandi, dove sono ancora in corso i lavori di riqualificazione voluti dal Comune, che bevono birra e superalcolici, parlano, gridano e non lasciano dormire nessuno.

Una situazione che ha scatenato la rabbia dei residenti vessati da anni di degrado, spaccio e spregio delle regole di chi frequenta le strade della zona universitaria. «Signor Merola si vergogni – scrive Loris Folegatti, consigliere circoscrizionale del Santo Stefano e residente in via Petroni, in una lettera inviata al sindaco in riferimento alla festa di sabato –. Piazza Verdi, via Petroni, piazza Aldrovandi sono un unico sabba infernale che tiene alla sua mercè centinaia di cittadini colpevoli solo di abitare in queste zone dove, con il suo tacito consenso, si è permesso tutto e il contrario di tutto, dimostrando così l’inerzia, l’incapacità, l’inadeguatezza e la irresponsabilità delle amministrazioni e delle istituzioni».

La lettera, poi, continua su toni decisamente roventi. «Evidentemente a lei non interessa della salute dei suoi concittadini. Non le interessa perché sta dormendo tranquillo nella sua silenziosa abitazione. Sono certo che anche questa volta le lamentele di un suo concittadino verranno rapidamente rimosse dalla sua mente, per far spazio a nuove strategie atte a fer ingoiare questa amara pillola a quanti hanno ingenuamente creduto di trovare in lei un sindaco in grado di tutelare Bologna e i bolognesi».

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